L’Egitto cede due isolotti sperando in grandi investimenti sauditi

19/04/2016

Nell’incontro di aprile 2016 al Cairo fra il re Salman dell’Arabia Saudita e il presidente egiziano al Sisi si è rilanciato, con grande fanfara pubblicitaria, il progetto di unire Egitto e Arabia Saudita con un ponte all’imbocco nello stretto di Tiran, all’ingresso del Golfo di Aqaba (mappa a lato), appoggiato sulle due isolette di Tiran e di Sanafir (nella foto di testata). Il progetto risale al 1988, ma non fu mai realizzato. Per poter realizzare il progetto l’Arabia Saudita richiede fin dal 1988 il controllo delle due isole, che fino al 1948 erano saudite, ma da allora in poi vennero usate dall’esercito egiziano come base per ostacolare o sorvegliare l’accesso al golfo di Aqaba, su cui si affaccia lo stato di Israele.

Gli eserciti della Lega Araba, guidati dall’Egitto, attaccarono Israele all’indomani della sua costituzione, poi di nuovo nel 1976. Ogni attacco fu preceduto e accompagnato dal blocco dello stretto, per chiudere l’accesso al porto israeliano di Eilat. Con la guerra del ’76 (Guerra dei Sei Giorni) Israele conquistò il Sinai, incluse le isole di Tiran e Sanafir, ma le restituì con la pace stipulata nel 1978. I due isolotti divennero allora la base di un piccolo contingente internazionale di peacekeeping, che ancora c’è e che i sauditi dicono di non voler disturbare. Ora il presidente egiziano al Sisi si è impegnato a restituire le due isole ai sauditi, fra le proteste irose dei nazionalisti egiziani.

In questo periodo Israele non teme ostilità né dall’Egitto né dall’Arabia Saudita, perciò non ha espresso grandi preoccupazioni per questa decisione.

Non è affatto certo che il ponte si costruirà presto, dato che se ne è parlato periodicamente per quasi 30 anni, ma non si è mai arrivati a iniziare i lavori. Il ponte agevolerebbe il commercio e il turismo fra i due Paesi, anche quello dei fedeli che compiono il viaggio alla Mecca. I sauditi dicono di voler investire miliardi nelle strutture turistiche del Sinai, che potrebbe diventare una delle mete preferite delle famiglie saudite, con grande vantaggio economico dell’Egitto. Il re Salman ha anche chiesto al parlamento egiziano di creare nel Sinai una Zona Economica Speciale, per attirare investimenti e agevolare lo sviluppo della regione. L’Egitto sta attraversando un periodo di grave crisi economica, ha grande bisogno sia degli investimenti sia dei prestiti e degli aiuti militari sauditi. Ma l’opinione pubblica egiziana considera la cessione delle isole come una capitolazione, non come la restituzione di isolotti disabitati - anche se di valore strategico - in cambio di investimenti per lo sviluppo.

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