La ricchezza dei Talebani

23/06/2016

In Afghanistan non cessano gli attentati dei Talebani. Non passa settimana senza l’esplosione di qualche autobomba a Kabul o contro qualche guarnigione dell’esercito. Fra il 1996 e il 2001 i Talebani avevano costituito l’Emirato Islamico dell’Afghanistan, che controllava quasi tutto il paese e aveva il sostegno di Pakistan, Arabia Saudita e Emirati Arabi. Ospitava anche la dirigenza di alQaeda. Dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001, gli Stati Uniti distrussero l’Emirato Islamico e diedero al paese un nuovo governo, che ancora non riesce ad avere il riconoscimento di tutti i gruppi tribali o etnici.

Il territorio afgano è dominato dal massiccio montuoso dell’Hindukush, che si estende anche in Pakistan. Le valli dell’Hindukush sono abitate da gruppi etnici diversi, come si vede nella mappa a lato, ma alle propaggini di sud-ovest e nella pianura desertica prevale l’etnia pashtun, sia in Afghanistan che in Pakistan. I Talebani sono pashtun e gestiscono il contrabbando attraverso le frontiere statali, che non riconoscono. Il commercio più lucrativo è quello dell’oppio e del suo derivato, l’eroina. L’Afghanistan produce più del 70% dell’oppio e dell’eroina del mondo e si calcola che questa attività procuri ogni anno ai Talebani un utile oscillante fra 1 e 2 miliardi di dollari. Vi si aggiungono i proventi per il contrabbando di armi e di ogni altro tipo di commercio illegale. È un volume di affari che permette ai Talebani di continuare a pagare bande di armati per intimidire vaste popolazioni e condurre attentati contro l’esercito e contro il governo, oltre che per corrompere i funzionari.

Quando un gruppo armato che non esita a ricorrere al terrorismo ha una sua specifica e redditizia nicchia economica, può sopravvivere a tempo indeterminato, anche se l’ideologia socio-politica di base viene meno. Succede in Colombia alle FARC, le unità comuniste combattenti che di comunista non hanno più nulla, ma dirigono il narcotraffico. È il caso della mafia nel sud, nata originariamente come forma di resistenza locale alle sopraffazioni dei governi centrali. Questi gruppi possono essere debellati soltanto dall’efficienza di governi centrali forti e dal concomitante sviluppo di sistemi economici moderni, ben più ricchi delle attività illegali di cui vivono i gruppi ribelli e/o criminali.

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