L’Unione Economica Euroasiatica e la Russia

19/09/2016

Creata a gennaio 2015, l’Unione Economica Euroasiatica (EEU), promossa dalla Russia, (mappa a lato) è l’ultimo tentativo della Russia di creare un ‘impero’ o una stretta alleanza con i paesi alla propria periferia. La posizione geografica della Russia la pone a cavallo fra Europa e Asia, a pericolo di invasioni sia dall’Europa sia dall’Asia. Per questo l’Impero zarista e l’Unione Sovietica perseguirono entrambe la stessa politica di incorporazione in un unico blocco politico, economico e militare degli stati alla loro periferia sia in Asia sia in Europa.

L’EEU è l’evoluzione dell’unione doganale promossa nel 2010 da Russia, Bielorussia e Kazakistan, che hanno alle spalle una lunga storia di integrazione sotto gli zar e nell’Unione Sovietica. Si sono poi aggiunte l’Armenia e il Kirghizistan. Il Tajikistan ha espresso interesse a entrare nell’Unione, ma non è entrata. L’EEU include così 5 stati, 179 milioni di abitanti (di cui 143 milioni sono Russi) con un prodotto interno lordo di circa 1900 miliardi di dollari annui (di cui 1600 miliardi sono russi). I dazi doganali adottati dall’Unione nei confronti dei paesi esterni all’Unione sono quelli della Russia, che sono molto alti.

per la Russia è vitale poter contare sulla collaborazione e sull’alleanza con i paesi ai propri confini, ed è vitale avere accesso libero e sicuro al Mar Nero e al Mar Mediterraneo.

I bassi prezzi del petrolio e del gas degli ultimi anni hanno messo in difficoltà l’Unione, dato che l’economia della Russia e del Kazakistan dipendono in modo preponderante da questi due minerali. L’aver adottato dazi molto alti sulle importazioni da altri paesi lega molto strettamente i paesi minori all’economia russa, perché import ed export sono prevalentemente con la Russia, la manodopera emigra dagli altri paesi verso la Russia, e manda a casa rimesse che permettono alle famiglie di vivere decorosamente. La crisi economica in Russia, aumentata dalle sanzioni imposte dall’Europa, ha perciò determinato la crisi delle economie degli altri quattro paesi: nel 2015 la Bielorussia ha perso il 3,9% del PIL, la Russia ha perso il 3,7%, mentre negli altri paesi dell’Unione la crescita ha rallentato molto, dopo dieci anni di crescita velocissima (vedasi tabella sopra) e corre il rischio di fermarsi nel 2017.

La politica russa in Ucraina e in Medio Oriente si capisce soltanto se si considera che per la Russia è vitale poter contare sulla collaborazione e sull’alleanza con i paesi ai propri confini, ed è vitale avere accesso libero e sicuro al Mar Nero e al Mar Mediterraneo. Negli ultimi 12 anni la Russia si è scontrata in Europa con il rifiuto di integrazione da parte dell’Ucraina, della Georgia e della Moldavia. In Asia Centrale la Russia teme la possibile instabilità per ‘contagio’ islamista, oltre alla competizione con la Cina per l’egemonia commerciale. Sul Mar Nero e Mar Mediterraneo guerre civili e terrorismo aumentano i rischi, ma offrono anche la possibilità di giocare un ruolo stabilizzatore e pacificatore da utilizzare per creare buoni rapporti politici e commerciali e costruire infrastrutture energetiche comuni, che leghino gli interessi economici della Turchia e della Siria a quelli della Russia.

Negli ultimi mesi sta crescendo l’opposizione alle sanzioni contro la Russia in molti paesi dell’Europa centrale (Ungheria, Austria), nei Balcani, in Grecia e in Italia. La distensione con l’Europa e l’abolizione delle sanzioni darebbe alla Russia il respiro economico e politico che le serve per rafforzare la sua posizione in Asia, tramite l’Unione Euroasiatica. 

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