Il Marocco contro l’Iran e contro il fondamentalismo

03/09/2018

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Il primo maggio 2018 il Marocco ha richiamato il proprio ambasciatore a Teheran, accusando l’Iran di fornire armi e addestramento militare, tramite Hezbollah, al Fronte Polisario, che dagli anni ’70 combatte per l’indipendenza del Sahara Occidentale dal Marocco. Gli indipendentisti chiamano il Sahara Occidentale ‘Repubblica democratica araba del Sahrawi’. Nell’autunno 2018 si terranno discussioni fra gli indipendentisti e il Marocco, sotto l’egida dell’ONU, con la partecipazione dell’Unione Europea, della Russia e degli USA.

Il Marocco fa parte del blocco sunnita anti Iran che include i Paesi del Golfo, la Giordania, l’Egitto ed è un paese straordinariamente stabile rispetto al resto del mondo islamico. Ma sta attraversando un periodo di difficoltà. La disoccupazione giovanile è raddoppiata in cinque anni, anche se non ha raggiunto le proporzioni di quella di altri stati della regione, come la Tunisia. Anche per questo il governo ha ristabilito la leva militare obbligatoria per maschi e femmine, che era stata sospesa nel 2006. Tre quarti della popolazione non ha accesso all’assistenza sanitaria. Nelle regioni del Rif ogni tanto scoppiano grandi dimostrazioni di protesta. I giovani sentono più forte l’attrazione dell’osservanza religiosa in funzione politica e tendono ad abbracciare sentimenti anti-occidentali. Nel 2017 il governo ha vietato la produzione e la vendita di burqa. Lo scorso luglio si è vista a Rabat una dimostrazione di almeno 35000 giovani a favore del movimento islamista al-Adl wal-Ihsan (Giustizia e Spiritualità), che il governo ha messo al bando. Il governo sta studiando programmi straordinari di avviamento al lavoro per i giovani disoccupati, in collaborazione con il settore privato.

Il Marocco è stato sino ad ora uno stato laico, tollerante e semi-democratico, capace di promuovere lo sviluppo del territorio e della popolazione evitando guerre civili. Ma il Sahara e la regione subsahariana stanno diventando il centro di attività illegali di ogni genere e di grandi proporzioni, alimentate e sfruttate con abilità da Hezbollah, agente dell’Iran, oltre che da vari gruppi armati islamisti, incluso l’ISIS. 

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