Dall’utopia al disincanto. Figure ebraiche della letteratura tedesca tra ’700 e ’900
di Riccardo Morello

26/04/2021

In questa lezione davvero magistrale il professor Riccardo Morello trasmette il senso della stretta plurisecolare connessione fra l’ebraismo e la cultura e letteratura in lingua tedesca non soltanto nell’Impero asburgico e nei Principati tedeschi (che nel XIX secolo diverranno Impero tedesco), ma anche nell’impero zarista dove gli Ebrei parlavano e scrivevano in yiddish, che è una lingua tedesca.

Dall’utopia razionalista di Nathan il saggio, protagonista dell’omonimo capolavoro di Lessing, si passa circa cento anni più tardi, quando in piena epoca romantica riaffiorano filoni di irrazionale antisemitismo nutrito di antiche calunnie, alla dolorosa consapevolezza di Heinrich Heine (fra i massimi poeti lirici tedeschi di tutti i tempi) che la conversione al cristianesimo è il necessario passaporto per l’integrazione nella civiltà europea. Però proprio il riemergere dell’antisemitismo viscerale indusse Heine, come tanti altri Ebrei tedeschi convertiti e assimilati, ad approfondire lo studio della tradizione ebraica, in particolar modo di quella sefardita, considerata più laica e libertaria di quella orientale (askenazita). In Heine è evidente anche il ricorso al witz, lo humour, come mezzo di espressione delle peculiari contraddizioni nella condizione di vita degli ebrei in Europa.

Nel secolo successivo Josef Roth, ebreo galiziano divenuto celebre giornalista a Vienna, fu nei romanzi e nei racconti il grande cantore nostalgico dell’Impero Asburgico ormai crollato, che aveva garantito a lungo la convivenza fra le sue diverse culture. Roth morì prematuramente nel 1939, senza vedere la guerra e la Shoah, ma già pienamente consapevole della vittoria della barbarie nazista nel mondo germanico e dell’impossibilità di vita in Europa per gli Ebrei. Oggi c’è una rinascita di cultura ebraica in Germania: discendenti di Ebrei tedeschi sono tornati a vivere a Berlino e ad animarne la letteratura, il teatro e la musica. Per quanto?

La lezione e la successiva conversazione con alcuni partecipanti è ricca di riferimenti a molti altri scrittori e ad alcuni celebi musicisti ebrei tedeschi, da Mendelssohn a Offenbach. La tradizione teatrale e musicale degli ebrei tedeschi verrà portata a New York e poi a Hollywood dalla diaspora dei primi decenni del ’900, dando origine al cinema e al musical americano e nutrendolo di talenti per l’intero XX secolo.

 

 

Bibliografia

Gotthold Ephraim Lessing, Nathan il saggio, Garzanti, Milano 2003

Heinrich Heine, Il rabbi di Bacherach, Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1993 [oppure Edizioni SE, 2005]

Joseph Roth, Giobbe, Adelphi, Milano 1977

Hans Mayer, I diversi, Garzanti, Milano 1977

Claudio Magris, Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale, Eiaudi,Torino 1989

Giuliano Baioni, Kafka, letteratura ed ebraismo, Einaudi, Torino 1984

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