Religioni e diritti, un po’ di storia

17/05/2021

La religione può dare, togliere oppure limitare i diritti di cittadinanza? Oggi succede in pochi stati, ma fino a pochi secoli fa sia il diritto di far parte del gruppo nazionale, sia il diritto al potere di imperatori e re hanno avuto base religiosa. Ogni popolo o nazione aveva il ‘suo’ Dio ed era governata da rappresentanti di quel Dio, i quali sostenevano di sapere che cosa Dio voleva. Il volere di Dio era legge.

Fin dal 3000 avanti Cristo gli Egizi consideravano i loro faraoni figli di Ra, il dio sole. Dal 660 avanti Cristo fino a meno di cento anni fa gli imperatori giapponesi si presentarono come discendenti della dea del sole Amaterasu. Dal 221 avanti Cristo al 1912 la Cina fu retta per circa 2200 anni da imperatori considerati Figli del Cielo, incaricati di governare tutto ciò che esiste tianxia, sotto il cielo. Il volere dell’imperatore era legge ‘naturale’ al mondo intero. Il simbolo del loro potere era il mitico drago. In Iran oggi sia i candidati alle elezioni sia le leggi approvate dal Parlamento debbono passare al vaglio dei giureconsulti islamici, altrimenti sono fuori legge. Il capo del consiglio dei giureconsulti islamici, grande Ayatollah, è la massima autorità di tutte le istituzioni iraniane. I Talebani in Afghanistan, i Fratelli Musulmani, al Qaeda oggi vogliono che le leggi passino al vaglio dei giureconsulti islamici, anche se approvate da parlamenti. I Dieci comandamenti sono ancora ritenuti validi da molti popoli da più di 2000 anni, anche se furono leggi vere e proprie soltanto per gli Ebrei.

Per molti secoli nell’Europa cristiana re e imperatori furono taliper grazia di Dio’; cercarono e ottennero l’investitura del Papa e assunsero il titolo di difensori della fede. Chi apparteneva a un’altra religione poteva essere derubato e ucciso oppure fatto schiavo da chiunque, per terra o per mare. Tutti i suoi beni, le sue terre e le sue case diventavano proprietà del gruppo vincitore. Nessun tribunale difendeva i diritti di popoli di religione diversa. Violenze e depredazioni periodiche furono − talora ancora sono – giustificate con la diversità di religione.

Spesso nella storia gruppi religiosi diversi e con storie diverse alle spalle si ritrovarono a convivere nello stesso impero, ma con diritti e doveri diversi, ad esempio per la tassazione e per la possibilità di accedere a cariche pubbliche. In questi casi ogni gruppo religioso aveva leggi proprie e giudici propri per il diritto di famiglia, oltre che per le norme religiose, e per aiutare i poveri del proprio gruppo. Avevano anche scuole proprie per l’educazione dei bambini, separate da quelle di altri gruppi religiosi.

I grandi imperi furono sempre troppo vasti e con troppe popolazioni diverse perché tutte si convertissero alla religione del gruppo al potere e ne adottassero stabilmente la lingua. Ma quando l’impero entrava in crisi, spesso i gruppi di religione diversa iniziavano a trattarsi da nemici. Gli ultimi imperi a cadere nel 1920, dopo la Prima guerra mondiale, hanno portato stragi, genocidi, deportazioni di milioni di famiglie, guerre civili che non sono ancora del tutto finite, nei Balcani e in Medio Oriente. Dopo il genocidio degli Armeni cristiani da parte dei Turchi islamici nel 1915, oggi ancora si accendono fiammate di guerra fra Armeni cristiani e Azeri islamici, mentre la frontiera fra Armenia e Turchia è chiusa. Negli anni ’90 si sono accese terribili guerre civili fra gruppi cristiani ortodossi e gruppi islamici in Bosnia, Serbia, Kosovo. 

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