Maledetto macellaio

05/03/2022

Così verrà ricordato Putin. Ha avuto grandi meriti nei primi lustri al potere nel risollevare la Russia dalla condizione di scompiglio e disfunzionalità in cui era caduta dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ma i suoi ultimi anni mostrano l’abituale follia assassina dei tiranni che hanno perso il senso del limite, il senso profondo della realtà umana, che è protezione della vita. L’opposizione interna aumenterà, la paura e l’opposizione coalizzata da parte degli Europei non potrà che aumentare.

Ci pare opportuno riproporre (qui accanto) un articolo di due anni fa sulla reinterpretazione putiniana della storia della Seconda guerra mondiale, mirata a suscitare simpatie fra i nazionalisti russi e nelle destre europee. Avevamo scritto quell’articolo sulla scorta di osservazioni apparse su di un paio di siti americani di geopolitica, ma senza considerare la reinterpretazione della storia da parte russa come un segnale di pericolo. Alla luce degli eventi presenti appare invece evidente l’accurata e lunga creazione della giustificazione ideologica dell’aggressione all’Ucraina agli occhi dei Russi e degli Europei.

Raccontare la storia non è mai operazione neutrale, scientifica − è sempre accettazione o preparazione di un’arma ideologica. È bene ricordarlo. 

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Siamo in guerra, orribile a dirsi, ma è così. Per nostra fortuna (Ucraina purtroppo esclusa), al momento il conflitto è solo sul piano economico. L’attacco è stato programmato da tempo, tentando inizialmente di spaccare l’Unione Europea, facendo forza anche su nostri esponenti politici vergognosamente “compiacenti”, che – ancora di recente - si sono “stranamente” spesi in favore di un dittatore (Puntin, per essere chiari), che già 20 anni fa calpestava impunemente in Cecenia i diritti umani (come inutilmente accertato dalla Corte di Strasburgo) e poi – al prezzo di immani sofferenze di altre popolazioni inermi, che a loro volta cercavano di liberarsi da un pesante giogo – sosteneva ulteriori tirannie in Siria, Bielorussia e nel Caucaso. Sino ad ora, come Europei, abbiamo resistito. Anche quando il nostro accerchiamento sembrava compiersi, grazie a Trump (andato al potere con l’ausilio “elettronico” di Puitin, come poi emerso nelle indagine del Congresso USA), che ci definì addirittura “nemici” e, per non smentirsi, una volta perse le elezioni fomentò l’attacco al cuore delle istituzioni democratiche degli Stati Uniti, dopo averne diviso la popolazione sulla base di menzogne. Finita grossomodo la pandemia, l’aumento improvviso del gas non aveva senso sul piano economico: il consumo tornava semplicemente ai livelli precedenti e non vi erano “strozzature” nella sua catena produttiva, come invece per le altre merci. Adesso il fenomeno si spiega chiaramente. ... stranamente, proprio oggi (6/3/2022) in Libia sono stati bloccati alcuni pozzi petroliferi da parte di qualche gruppo armato ... difficile pensare che non vi sia lo "zampino" di Putin! Siamo in guerra, in palio è la libertà nostra e dei nostri figli, così come l’invasione della Polonia nel 1939 minacciò mortalmente quelle dei nostri genitori, che – pagando un prezzo esorbitante – la difesero. In tale odierna situazione, per forza di cose, dobbiamo guardaci attorno e capire chi sta con chi, per regolarci di conseguenza ed imporre scelte a chi titubante o cerca di tenere il piede in troppe scarpe. La forza della Russia sono le fonti energetiche, dobbiamo quindi abbandonarle: ci costerà moltissimo, ma non si sostiene economicamente l’avversario. Gli altri Paesi produttori di petrolio e gas, però, non possono approfittarne. Se lo fanno, dovremo tenerne conto da subito. Da un lato, possiamo anche capirlo, l’invasione USA ai danni dell’Iraq depone contro. Dall’altro lato, sono comunque liberi di decidere se mettersi per il futuro alla sola mercè degli altri, cosa verosimilmente alquanto rischiosa. La Cina (che è tutt’altro che una democrazia fondata sulla libertà) guarda ovviamente ai suoi interessi economici e strategici, non avendo altro obiettivo. Le imprese cinesi potrebbero sostituire quelle occidentali che si stanno ritirando dalla Russia. Se ciò accadrà, bisognerà ricordarlo quando i cinesi vorranno continuare ad affacciarsi sui nostri mercati, comunque ancora interessanti, sebbene la Cina sembra ora volersi concentrarsi piuttosto sulla propria crescita interna. Insomma: è ora per noi cittadini italiani ed europei di impegnarsi personalmente in queste discussioni, riguardano la nostra vita. Ciò per dare un chiaro segnale alla nostra classe politica, pretendendo una sua risposta adeguata, sia sul piano interno che internazionale. E’ l’epoca di esigere coerenza senza riserve e “separare la pula dal grano”, guardando anche ai comportamenti passati quale criterio di valutazione. Secondo la nostra Costituzione, la sovranità appartiene al popolo. E’ il momento di esercitarla attivamente, nelle forme democratiche a noi care.