L’ultima fase della guerra in Ucraina

11/07/2023

I Russi devono porre fine alla guerra, ma non possono uscirne con nient'altro che soldati morti. Sono sotto pressione politica sia per porre fine al conflitto sia per dimostrare che le truppe non sono morte invano. La guerra è stata combattuta per conquistare l'Ucraina, acquisire profondità strategica e collocare le truppe russe al confine della NATO. Putin ora ha bisogno di una vittoria militare convincente sia per porre fine alla guerra sia per giustificarne l'inizio all'opinione pubblica russa. Ci sono molte prove che i Russi stiano preparando un massiccio assalto per bloccare la controffensiva ucraina e spingersi in profondità nel paese. La Russia ha un vero vantaggio questa volta. Le truppe che schiereranno saranno tutte sotto la guida di comandanti che rispondono allo stato maggiore russo. È stata una lunga guerra e la Russia ha bisogno di truppe fresche oltre che di truppe esperte, e le sta raccogliendo.

Da parte ucraina, le truppe hanno combattuto bene ma sono stanche e le loro riserve sono limitate.

Da parte americana, il presidente si candida alla rielezione e i sondaggi non fanno ben sperare. Portare a una conclusione positiva la guerra prima della fine del mandato sarebbe ottima cosa.

Questo crea un po' più della normale quantità di urgenza per concludere il conflitto da tutte le parti. Ma come? Anche se Washington e Kiev accettassero una spartizione, non esiste una linea logica e difendibile che separi l'Ucraina orientale da quella occidentale. L'area più probabile che l'Ucraina potrebbe concedere è il Donbass lungo il confine orientale con la Russia. È densamente popolato da russi etnici e la Russia era già presente in quella regione prima della guerra. Il problema è che Mosca porrebbe fine alla guerra più o meno dove è iniziata. Se Putin rivendicasse vittoria, nessuno gli crederebbe.

Ma se l'offensiva russa frantumasse le difese ucraine, sarebbe una disfatta anche per gli USA e la NATO, oltre che una immane tragedia per gli Ucraini e un motivo di grave preoccupazione per tutto l’Est Europa. Nessuno lo vuole. D’altra parte se i Russi attaccano e subiscono grandi perdite, avranno perso l'ultima possibilità di creare un negoziato di pace in cui poter imporre le necessarie concessioni, e potrebbero ricorrere a colpi di coda folli (uso di armi nucleari), o potrebbero crollare esercito e governo russo. È uno scenario che nessuno vuole vedere.

Da qui il gran parlare delle bombe a grappolo che gli USA forniranno all’Ucraina e l'angoscia di Biden. Non è mai successo che ad annunciare e discutere il tipo di armi fornite per un attacco fosse un presidente in carica! Sono informazioni distribuite di solito da qualche funzionario di secondo piano del Pentagono e i giornali raramente ne parlano.

La promessa presidenziale di consegnare bombe a grappolo, angoscia a parte, ha lo scopo di costringere i Russi sia a negoziare sia a minimizzare le loro richieste. L’intelligence militare ritiene che in Russia abbiano finito o stiano finendo le loro bombe a grappolo, per questo la minaccia di dotarne gli Ucraini potrebbe aver qualche effetto sui piani russi. Non si sa però se davvero i Russi abbiano finito le bombe a grappolo. Comunque è chiaro che ci si sta avviando verso la fase finale della guerra, per esaurimento delle forze da entrambe le parti. 

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Scusate ma il 25 giugno scorso avete inviato quell'analisi sconclusionata sulla rivolta di Prigožin. Ora scrivete di "molte prove" di un assalto massiccio russo. Quali e dove sarebbero tali prove? Asserire poi che gli ucraini siano senza riserve quando al momento sono state impiegate soltanto 1/3 delle unità preparate per la controffensiva, suona lunare. Non capisco davvero perché rovinare la vostra interessante newsletter, che seguo da tempo, con questi scenari approssimativi.