La guerra non va (quasi) mai come previsto

01/08/2023

Quando l’esercito russo ha attaccato l’Ucraina, tutti pensavano che sarebbe stata una guerra breve. L'esercito russo aveva speso miliardi di dollari per aggiornare le armi e i sistemi delle forze armate, riorganizzare la loro struttura e sviluppare piani di attacco. Aveva già mostrato la sua potenza piegando la Georgia e i nemici di Assad in Siria. Gli esperti ritenevano che l'Ucraina non avrebbe potuto tenere a bada la Russia neppure se le fossero state fornite armi occidentali molto avanzate. Invece l’Ucraina ha reagito con determinazione e astuzia contro la Russia, arrestando l'avanzata di Mosca e riconquistando parte del territorio occupato dai Russi.

Gli esperti di difesa tendono a pensare ai conflitti in termini di armi e piani, ma la motivazione dei combattenti e la flessibilità logistica possono rovesciare le situazioni, come ben sanno gli esperti di guerriglia.

La Russia ha commesso errori in quasi tutti i settori, ma soprattutto nell'impiego della forza aerea. La forza aerea non ha eliminato le difese dell'Ucraina prima dell’avanzata. Con poche rare eccezioni, le forze ucraine dietro le linee del fronte sono state in grado di muoversi liberamente su strade aperte in pieno giorno. È mancato il coordinamento logistico in tutti i settori, cioè è mancata la capacità di far affluire sul terreno e rifornire e mantenere a lungo e in ottime condizioni macchine, armi e uomini.

In ogni grande guerra la necessità di proiettili, razzi e altre armi supera sempre di gran lunga le stime prebelliche e i paesi si esauriscono dopo pochi mesi. È successo anche nelle guerre mondiali, e sono stati i rifornimenti americani a permettere agli Alleati di vincere sia la Prima sia la Seconda. Le guerre non sono mai solo prove di abilità dei militari, coinvolgono sempre intere economie.

Per vincere occorre anche che le forze armate siano composte da combattenti altamente motivati e ben addestrati. Le truppe ucraine hanno ripetutamente dimostrato di essere molto più determinate e più abili dei loro avversari russi, ma nessun analista l’aveva previsto. Si riteneva anzi che il popolo ucraino fosse sostanzialmente riluttante a combattere contro i Russi, perché di lingua e cultura russa. Gli esperti hanno sottovalutato il profondo rancore lasciato dall’opprimente politica prima zarista poi staliniana nei paesi ‘fratelli’ dell’Unione Sovietica. Ma gli Ucraini non hanno dimenticato episodi come l’Holomodor, che produsse morti per fame in quasi ogni famiglia.

Il morale alto non è sufficiente all’Ucraina per vincere la guerra e il morale basso non la farà perdere alla Russia; le armi contano. La controffensiva ucraina è in difficoltà, è in stallo. I Russi hanno accumulato grandi armamenti e un gran numero di nuovi soldati vicino al fronte, sono pronti a una nuova offensiva (lo si vede nelle immagini satellitari, non occorrono spie negli alti comandi per saperlo).

La lezione ucraina si può applicare a quasi tutti i conflitti. La complessità, rapidità e flessibilità dei rifornimenti logistici e le variabili umane possono essere più importanti del livello tecnologico degli equipaggiamenti, dei piani militari e della grandezza degli eserciti.

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