La Russia
e i paesi periferici

21/04/2009

25 aprile 2009 

La Russia sta operando per estendere rapidamente la propria influenza sull’ex impero sovietico e tiene sotto attento controllo i suoi confini. Il Cremlino in particolare sta tenendo d’occhio tre situazioni importanti: l’ascesa dell’Uzbekistan in Asia centrale, il riavvicinamento fra Turchia e Armenia e le nuove aspirazioni della Romania.   Con la crisi economica e finanziaria la situazione in Asia centrale sta cambiando. Il leader regionale di sempre, il Kazakistan, sta perdendo potere perché messo a dura prova dal tracollo economico, e si intravvede sempre di più un nuovo equilibrio che gioca a favore dell’Uzbekistan. Quest’ultimo ha svolto sempre un ruolo importante nella regione, specialmente prima dell’ascesa dei bolscevichi, e al momento sta cercando di riappropriarsi dei suoi spazi. Grazie alla sua posizione geografica e all’autosufficienza economica, può muoversi in modo piuttosto indipendente sul mercato internazionale e potrebbe quindi venire incontro agli Stati Uniti, che intendono creare una nuova via di rifornimento verso l’Afghanistan – specialmente ora che la situazione in Pakistan sembra degenerare giorno dopo giorno. La Russia cercherà di inserirsi nelle trattative per non essere esclusa.   Arrivano in questi giorni nuovi segnali positivi sulla riappacificazione fra l’Armenia e la Turchia, ma sarà la Russia, in quanto mediatore, a condizionare l’esito finale dei colloqui. Infatti al Cremlino aleggia il timore che l’Armenia possa diventare un crocevia energetico importante e che in seguito a una riapertura dei valichi con la Turchia possa voltare le spalle a Mosca – con cui intrattiene da sempre ottime relazioni. La Russia intende mantenere salda la presa sul Caucaso – come ha dimostrato con la guerra dello scorso agosto – e non permetterà alla Turchia di espandersi facilmente nella regione. Anche le recenti manifestazioni contro il presidente Saakashvili in Georgia destano preoccupazione in Occidente, perché si intravede l’ombra della Russia.    Mosca sta inoltre monitorando attentamente la situazione sul fronte europeo, dove incombe ora una nuova minaccia proveniente dalla Romania. Bucarest ha recentemente appoggiato le manifestazioni antigovernative in Moldavia – governata da un partito comunista fedele a Mosca. Il Cremlino non può permettersi di perdere il controllo su questa regione strategica, dato che da tempo sta perseguendo una capillare politica di accerchiamento nei confronti dell’Ucraina – ancora retta da un governo filoccidentale – per riportarla nella sua sfera d’influenza.   Gli Stati Uniti hanno probabilmente intenzione di contrastare l’espansionismo russo ostacolando i piani Mosca. Recentemente Obama ha dichiarato di poter ancora fare affidamento sul Pakistan per i rifornimenti e di non avere un urgente bisogno di una via alternativa. Questo lascia intendere che gli Stati Uniti vogliono frenare le ambizioni russe e costringere Mosca a scendere a patti. La partita è appena iniziata.   Davide Meinero          

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