Aumenta la tensione
fra Russia e Bulgaria

29/04/2009

Il 26 aprile 2009 il primo ministro russo Vladimir Putin non ha partecipato al summit internazionale sull’energia di Sofia. Questa decisione segue le dichiarazioni del primo ministro bulgaro, che ha messo in dubbio la possibilità di realizzare il gasdotto South Stream - che dovrebbe partire dalla Russia, attraversare il Mar Nero e la Bulgaria e proseguire poi in direzione dell’Europa.    Di fatto la costruzione del gasdotto è alquanto difficile a causa della profondità e alla conformazione dei fondali del Mar Nero, ma il progetto ha un significato politico per Mosca, che intende dimostrare all’Occidente fin dover arriva la sua presa. La Bulgaria è stata duramente colpita dai tagli di gas effettuati da Mosca contro l’Ucraina lo scorso gennaio ed è probabile che con questo gesto Sofia abbia voluto lanciare un messaggio ai Russi. Il presidente bulgaro Georgi Parvanov ha dichiarato infatti il 27 aprile che la rete bulgara dei gasdotti non “è un’estensione di quella russa” e che il Cremlino deve “rispettare la sovranità bulgara”.   L’attuale scontro è del tutto insolito visto che i due stati hanno sempre intrattenuto ottime relazioni diplomatiche e concordano pressoché su tutto. Il South Stream di fatto è uno strumento attraverso cui la Russia spera di proiettare la propria influenza nei Balcani: non è chiaro se la Bulgaria voglia smarcarsi da Mosca e fino a che punto, ma di certo il Cremlino non si darà per vinto così facilmente.      

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