Nepal: crisi politica
e tensioni indo-cinesi

07/05/2009

Il 4 maggio 2009 il primo ministro maoista Prachanda si è dimesso in segno di protesta contro il presidente nepalese che non gli ha consentito di sollevare dall’incarico il capo delle forze armate, Rukmangad Katuwal. Ora il governo nepalese rischia di cadere.   Dopo un’insurrezione durata oltre 10 anni, la guerriglia maoista è riuscita a prendere il potere alle elezioni del 2008, sotto la guida di Prachanda. Il partito maoista da allora ha cercato di trasformare la monarchia in una repubblica, suscitando lo scontento dell’esercito e dei partiti di opposizione che temono che i maoisti vogliano stabilire una dittatura in Nepal.   In passato Nuova Delhi, per evitare che l’insurrezione si estendesse in India, ha cercato di facilitare la riconciliazione fra le varie fazioni indiane e i maoisti per portare stabilità in Nepal. Il partito maoista ha chiesto più volte di integrare i suoi quadri nelle forze armate, sollevando una certa preoccupazione nell’establishment politico nepalese. Per ora circa 19.000 soldati maoisti sono stati confinati nelle caserme sotto la supervisione delle Nazioni Unite in seguito agli accordi di pace e l’esercito si oppone fermamente all’ingresso di milizie così fortemente indottrinate nelle proprie guarnigioni. D’altro canto la leadership maoista si è servita più volte delle proprie milizie per intimidire gli avversari politici ed esercitare maggiore pressione.   Il tentativo di esautorare  il capo delle forze armata Rulmangad Katuwal è stato accolto negativamente anche dal Partito Comunista dei Marxisti-Leninisti Uniti, i cui membri si sono immediatamente ritirati dalla coalizione di governo. Inoltre la ferma opposizione del presidente Ram Baran Yadav ha spinto il primo ministro a dare le dimissioni, aprendo una crisi di governo. L’India ora guarda con preoccupazione gli attuali avvenimenti, che potrebbero infiammare ulteriormente l’insurrezione maoista già attiva sul confine orientale del paese.   Il Nepal storicamente è sempre appartenuto alla sfera di influenza indiana, ma negli ultimi mesi i Cinesi hanno intessuto fitte relazioni con il nuovo governo maoista, che avrebbe dovuto firmare un’intesa  con Pechino la prossima settimana – ma con le dimissioni di Prachanda l’operazione è saltata.  La Cina, nonostante non abbia alcuna affinità ideologica con i maoisti al potere, nutre diversi interessi in Nepal: controllando Katmandu infatti potrebbe contrastare l’India e contenere i movimenti autonomisti tibetani.      

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