L'attentato di Giacarta
Le mire dei terroristi

17/07/2009

Il 17 luglio 2009 sono esplosi due ordigni nell’Hotel JW Marriott e nel Ritz Carlton di Giacarta, in cui hanno perso la vita nove persone ed altre cinquanta sono state ferite. In base alle prime indagini si è stabilito che gli ordigni sono stati fatti esplodere al primo piano, nell’area dei bar e dei ristoranti, il che significa che sono stati introdotti negli hotel all’ora di colazione da attentatori suicidi.
 
I sospetti sono caduti sull’organizzazione terroristica islamica Jemaah Islamiyah (JI), responsabile dell’attentato di Bali del 2005. Negli ultimi anni il governo ha inflitto un duro colpo a JI, eliminandone o arrestandone i leader operativi. Tuttavia il 14 giugno scorso il leader dell’organizzazione Abi Bakar Bashir era apparso in un video lanciando un appello invitando la popolazione indonesiana ad unirsi al jihad e chiedendo la testa dei presidenti statunitensi Bush e Obama.
 
L’attentato è avvenuto all’indomani delle elezioni presidenziali dell’8 luglio scorso, che hanno visto l’affermazione – per la seconda volta consecutiva - del presidente Susilo Bambang Yudhoyono con un ampio distacco sul suo avversario Megawati Sukarnoputri (62% contro il 28%). In quest’occasione i terroristi hanno mirato ad un bersaglio “occidentale” per evitare di causare vittime fra la popolazione civile locale ed inimicarsela – l’attentato di Bali del 2005 era stato doppiamente condannato anche per l’alto numero di morti fra i civili indonesiani.
 
A partire dal 2004 l’Indonesia ha raggiunto un livello di stabilità mai visto negli ultimi decenni. Yudhoyono, ex generale, ha incentrato il suo programma politico sulla lotta al terrorismo sin dall’attentato di Bali dell’ottobre del 2002. Negli ultimi anni infatti le figure chiave del terrorismo indonesiano sono state ripetutamente colpite e sono stati recisi buona parte dei legami fra gli estremisti islamici indonesiani e le organizzazioni internazionali, da cui ottenevano denaro e addestramento.
Yudhonyo ha introdotto inoltre una serie di riforme per ridurre il controllo dell’esercito sulle attività del paese, snellire la burocrazia e aprire agli investimenti stranieri: i risultati non si sono fatti attendere e l’economia del paese ha toccato picchi inaspettati negli ultimi anni.
Parallelamente al cambiamento economico, con la presidenza Yodhonyo si è affermato un nuovo trend politico, dato che i partiti islamici moderati hanno acquisito maggiore popolarità alleandosi con il Partito Democratico al potere a scapito dei movimenti fondamentalisti.  
 
Gli attentati hanno lo scopo di colpire uno dei principali perni della politica presidenziale, ovvero gli investimenti stranieri. Dopo la crisi del 1997-98 l’economia indonesiana ha fatto passi da gigante ed è passata quasi indenne anche attraverso la recente crisi, dato che Indonesia può vantare un ha un mercato interno alquanto sviluppato e dispone tuttora di grandi riserve di denaro (55 miliardi di dollari).  
 
Attaccando due hotel a cinque stelle, gli attentatori hanno voluto mandare un chiaro messaggio agli uomini d’affari internazionali (e specialmente occidentali) invitandoli a starsene alla larga dall’Indonesia.

 

A cura di Davide Meinero

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