Israele, che sopravvive da 3000 anni

10/02/2024

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La sopravvivenza del popolo di Israele, cioè degli Ebrei, è di nuovo gravemente a rischio, come cent’anni fa. Piccolo popolo sempre alla ricerca di nuove soluzioni e di nuovi spazi di libertà, da 2000 anni è il capro espiatorio di ogni ideologia di potere prevalga in Occidente. La diffusione della cultura occidentale nel mondo ha recentemente diffuso anche nel mondo mussulmano l’odio e la paura irrazionale dell’ebreo.

L’assurda accusa medievale rivolta dai Cristiani europei agli Ebrei di uccidere i bambini per berne il sangue e di essere agenti di Satana nel mondo (benché popolo di Dio…) causò innumerevoli stragi in Europa per secoli. Dal 1870, quando gli Europei assistettero con orrore alla caduta di Parigi sotto la Comune, fino al nazismo e alla Shoah, gli Ebrei furono il capro espiatorio di cui si servirono nazionalismi e dittature. Da vent’anni, in particolare dalla Conferenza di Durban (in Sudafrica) contro il razzismo organizzata dall’ UNESCO nel 2001, enormi mezzi finanziari e intellettuali sono stati profusi per presentare all’opinione delle masse di quello che un tempo si chiamava ‘Terzo Mondo’ l’immagine degli Ebrei – soprattutto israeliani – come assetati di sangue di bambini e bramosi di far strage di altri popoli. Tutte le immagini e i testi di queste campagne, sempre vergognosamente permesse o addirittura sostenute dall’UNESCO, sono tratti dalle campagne antisemite dei nazisti e da quelle precedenti alimentate dai ‘Protocolli dei Savi di Sion’, libello confezionato dai servizi segreti zaristi. L’ONU da oltre 20 anni si presta a questa vergognosa campagna di menzogna e di diffusione dell’odio, che ne sta distruggendo il prestigio e finirà col portarlo alla totale irrilevanza.

Oggi però il mondo islamico e la comunità internazionale hanno creato anche un altro capro espiatorio: i Palestinesi arabi, che nessun paese arabo o islamico vuole sul proprio territorio, che i dittatori manipolano per crearne milizie armate pronte a uccidere e farsi uccidere a comando. I Palestinesi sono tenuti rinchiusi dai loro ‘fratelli’ islamici come gladiatori schiavi, per combattere contro i gladiatori ebrei. Come nell’antichità, sono arricchiti e ammirati dalla comunità internazionale finché uccidono e si fanno uccidere, ma non sono liberi di andarsene e cambiar ruolo.

Vogliamo seminare in voi il dubbio, perché soltanto il dubbio rende responsabili e salva dal rischio di trovarsi dalla parte degli assassini credendo di essere parte delle forze del Bene, come è successo a tante generazioni prima di noi.

Nell’immagine di testata il poeta palestinese Mahmoud Darwish e una sua dichiarazione durante l’intervista concessa nel 1996 all’israeliana Helit Yeshurun. Leggibile in «Journal of Palestine Studies», XLII, 1, Autumn 2012, pp. 46–70, https://www.palestine-studies.org/en/node/162552