Il re di Giordania
fra due fuochi

04/05/2012

La monarchia hashemita e i Fratelli Musulmani in Giordania furono alleati negli anni 1950-60 contro il nasserismo e il socialismo, negli anni ‘70 rimasero solidali contro il complottismo dell’OLP di Arafat, cacciato dal paese nel settembre nero (1970). In Giordania i partiti politici furono proibiti fino a metà degli anni ’80, ma la Fratellanza operò liberamente come associazione benefica.

Le cose cambiario nel 1989, quando si tennero le prime elezioni e i Fratelli Musulmani ottennero 22 seggi su 80, diventando il principale partito del paese. In questo ruolo si opposero ripetutamente al re in questioni di  politica estera, e opposero il trattato di pace con Israele del 1994. Il governo modificò le circoscrizioni elettorali in modo svantaggioso per i Fratelli, la cui base elettorale è soprattutto nelle città. Infatti alle elezioni successive il partito fondato dai Fratelli Musulmani, il Fronte di Azione Islamica, ebbe soltanto 16 seggi. Perciò decise di boicottare le successive elezioni, e iniziò trattative con la monarchia per una nuova riforma dei distretti elettorali. I distretti vennero riformati, ma il regime iniziò anche il boicottaggio e la repressione dei movimenti islamisti nel paese, dopo un iniziale successo di candidati di Hamas, che colpi anche i Fratelli Musulmani. I Fratelli Musulmani boicottarono le elezioni del 2010, e il risultato fu che l'85% dei seggi vennero vinti dai Palestinesi giordani delle aree rurali, tradizionalmente fedeli agli hashemiti.

Con l'erompere delle rivolte nel mondo arabo nel 2011 ('primavera araba') i Palestinesi di Giordania sono diventati apertamente critici della monarchia. Mentre il livello di vita delle città è migliorato, quelle delle campagne è peggiorato negli ultimi anni. Ora anche i contadini giordani di etnia palestinese protestano e vogliono una redistribuzione dei distretti elettorali che dia loro più voci in parlamento. E molti Palestinesi sono andati a vivere in città e si sono avvicinati ai Fratelli Musulmani.

Il re cerca di mantenersi in equilibrio fra i due campi, i cui interessi vanno però ravvicinandosi, con grave pericolo per la monarchia. Nelle manifestazioni recenti per la prima volta anche nelle campagne sono risuonati slogan insultanti per il re. Le manifestazioni in Giordania sono ancora modeste, rispetto a quelle degli altri stati arabi,  ma preoccupano il re, che cerca dichiaratamente un accordo politico con i Fratelli Musulmani, arrivando ad offrir loro di entrare nel governo. Ma l'offerta è stata rifiutata.   

Il re ora ha proibito i partiti basati su ideologie religiose, come arma di pressione per portare i Fratelli Musulmani alla trattativa, se vogliono poter partecipare alle elezioni. E il braccio di ferro continua.

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