Sud-Sudan
alle corde?

12/06/2012

Alla riunione di maggio dell’Unione Africana Sudanesi e Sud-sudanesi si sono incontrati per discutere di un eventuale accordo che permetterebbe di riprendere la collaborazione per l’esportazione di petrolio. Il Sudan del Sud per portare il petrolio sul mercato è costretto ad attraversare un altro paese, perché  non ha sbocchi sul mare. Il Sudan ha permesso questo transito fino a quando le dispute con il Sudan del Sud  sul costo  del transito hanno bloccato le operazioni.

L’indipendenza del Sudan del Sud nel 2011 ha lasciato al Sudan soltanto il 25% delle riserve petrolifere precedenti. Il drastico taglio degli introiti petroliferi è ovviamente un grosso problema per Khartoum. Quando il Sudan del Sud ha offerto meno di un dollaro al barile per utilizzare gli oleodotti sudanesi per mandare il proprio petrolio al porto, Khartoum ha risposto chiedendo ben 36 dollari al barile, cifra che equivale a riportare i ricavi petroliferi ai livelli precedenti la scissione fra Sudan e Sud Sudan.  Il Sud Sudan non ha pagato, perciò il Sudan ha confiscato greggio per un totale di 815 milioni di dollari. Il Sud Sudan a questo punto ha fermato la produzione di petrolio.

L’esportazione petrolifera ha rappresentato il 71% del PIL del Sudan del Sud nel 2011, con circa 13 miliardi di dollari, e il 98% delle  entrate di stato. Senza questa entrata Giuba può contare soltanto su aiuti stranieri e sulle riserve di valuta, che non bastano

Se il Sudan del Sud riuscisse ad assicurarsi investimenti stranieri potrebbe costruire un oleodotto attraverso il Kenya o un altro paese; ciò potrebbe richiamare maggiori investimenti per l’estrazione del petrolio,  sempre che gli investitori stranieri fossero sicuri di poter far arrivare il greggio sul mercato. Ma la Cina,  maggiore importatrice di petrolio Sud sudanese, si è già detta contraria a finanziare un oleodotto che attraversi il Kenya, e l’interesse occidentale per il greggio del Sudan del Sud è molto basso.

Israele è uno dei migliori amici del Sudan del Sud. Prima dell’indipendenza sostenne il Movimento di Liberazione Popolare del Sudan, quello che ora è l’esercito del Sudan del Sud. Tuttavia Israele da solo non può risolvere il buco finanziario del paese. Sarebbe però un buon aiuto per il Sud Sudan ricevere da Israele aiuti in armi, visto che un quarto del budget statale viene speso per la difesa. Il paese non può ridurre gli investimenti per la difesa se deve continuare a contenere il Sudan, per evitare che riprenda il controllo dei giacimenti petroliferi  vicini al confine.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha minacciato di sanzionare sia il Sudan che il Sudan del Sud, se non tornano al tavolo di negoziato. Il Sudan è in condizione di vantaggio, può permettersi di aspettare che il governo del Sud Sudan capitoli, o che si indebolisca fino a poter essere spazzato via con una azione militare. Il Sudan del Sud, invece, non può permettersi di aspettare, e se nessun finanziatore estero l’aiuterà sarà costretto a capitolare. 

Interverrà il Sandi Group?

Un consorzio di investitori guidato dal miliardario Rubar Sandi a capo del Sandi Group ha incontrato due volte negli ultimi tre mesi il vice presidente del Sudan del Sud, Riek Machar,  a Giuba, confermando l’interesse a investire  nel paese. Il gruppo potrebbe comprare almeno 5 milioni di barili di petrolio l’anno dal Sudan del Sud, circa la metà della produzione, e si incaricherebbe del trasporto.

Il Sandi Group sviluppa la logistica per lo sviluppo di grandi progetti, spesso in paesi in via di sviluppo distrutti dalle guerre. Ha il personale di sicurezza proprio per proteggere i propri investimenti. In Iraq il Gruppo Sandi è stato per anni il maggiore datore di lavoro privato durante la guerra, arrivando a impiegare 7000 dipendenti fra addetti alla sicurezza e addetti alla  logistica.  L’esperienza acquisita in Iraq e in Afghanistan ha permesso al gruppo di  insediarsi nelle aree petrolifere delle regioni contese lungo la frontiera fra Sudan e Sudan del Sud. Potrebbe forse arrivare ad un accordo con Khartoum in proprio, oppure portare il petrolio via terra attraverso il Kenya, togliendo il Sudan del Sud dalla situazione di stallo in cui si trova. 

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