Ucraina in bilico
fra Russia e UE

09/08/2012

Il parlamento ucraino ha ratificato un accordo di libero scambio con la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), blocco post-sovietico che dovrebbe essere composto da Russia, Bielorussia, Moldavia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Tagikistan.

È il terzo paese ad aver firmato l’accordo dopo Russia e Bielorussia, e con ogni probabilità a breve arriverà anche la firma degli altri.Il trattato prevede l’armonizzazione e la cancellazione dei dazi fra i paesi del CSI per facilitare il commercio fra i paesi.

La Russia contemporaneamente cerca di costruire una vera e propria unione doganale, di cui per ora fanno parte Bielorussia,  Kazakistan e Russia.

Kiev, non vuole cedere alla Russia una fetta di sovranità troppo ampia, perciò rifiuta l’unione doganale perché sia Bielorussia che Kazakistan dopo l’ingresso nell’unione hanno dovuto aumentare i dazi sulle importazioni allineandoli a quelli russi – e inevitabilmente hanno incrementato le importazioni dalla Russia perché non gravate di dazi, diventando più dipendenti da Mosca.  Sarebbe molto difficile per il presidente far digerire una scelta simile alla popolazione, fortemente divisa fra una fazione filorussa e una filoeuropea .

L’unione doganale dovrebbe evolvere verso l’Unione Eurasiatica, concepita sul modello dell’Unione Europea – ma dominata dal Cremlino.

L’Ucraina ha bisogno di mantenere l’apertura a tutti i mercati esteri, perché esporta metalli, prodotti chimici e beni agricoli verso l’Europa – mentre ospita sul proprio suolo la maggior parte dei gasdotti ed oleodotti che dalla Russia raggiungono i paesi europeo. La crisi ha causato gravi danni all’economia ucraina, i cui settori chiave hanno subito una contrazione del 20% e faticano a riprendersi. Data la situazione, l’Ucraina ha preferito giocare la carta degli accordi di libero scambio e mantenersi  indipendente –  ne ha firmato uno anche con l’UE.

Il passaggio dall’economia pianificata all’economia di mercato in Ucraina è stato particolarmente difficile: ha favorito l’ascesa di una potente e ricca oligarchia e l’aumento della corruzione fra politici e uomini d’affari. Inoltre anche il clima politico è tutt’altro che roseo, come dimostrano l’incarcerazione e le percosse al leader dell’opposizione Yulia Timoschenko. Per questo gli investimenti esteri sono fra i più bassi al mondo.

Inoltre le risorse dell’Ucraina sono al centro della competizione fra Russia e UE,  il che ha impedito la nascita di programmi di sviluppo congiunti fra i due attori, e il boicottaggio reciproco. Questo ha avuto pesante ripercussioni sull’economia del paese che, pur  ricco di risorse minerarie, ha un PIL pro-capite paragonabile a quello di El Salvador e della Namibia.

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