I gruppi armati attivi
nel nord del Mali

06/10/2012

Dopo il colpo di stato in Mali dello scorso marzo molti gruppi armati hanno approfittato del vuoto di potere creatosi nel nord del paese per stabilirvi basi. Tre di questi gruppi sono organizzazioni terroristiche: al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM), Ansar Dine e il Movimento per l’Unicità e il Jihad nell’Africa Occidentale, comunemente conosciuto come MUJAO.

Aver un panorama dell’attività jihadista nel Mali del nord richiede le migliori tecniche di intelligence: la regione è isolata, poco conosciuta e complicata da rivalità etniche. 

Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) è il successore del Gruppo Salafita Algerino per la Predicazione e il Combattimento,  nato per scissione dal Gruppo Islamico Armato (il famigerato GIA algerino) nel 1998. Attualmente il leader del gruppo è Abdelmalek Droukdel, conosciuto come Abu Musab Abd al-Wadoud.  Al Qaeda nel Maghreb Islamico opera innanzitutto nel nordest dell’Algeria ma ha sviluppato anche una rete di brigate nella regione nordafricana del Sahel-Sahara. La leadership di queste brigate cambia in continuazione: i comandanti, o emiri, possono essere trasferiti, promossi o degradati nella gerarchia dei rispettivi gruppi. I comandanti operano comunque con una certa autonomia e conducono anche attacchi motivati da rivalità e ambizioni personali.

Al momento i comandanti della brigata AQIM includono:

-       Khalid Abu al-Abbas, alias Laaouar e Mokhtar Belmokhtar, che guida la brigata el Moulathamoune, composta da 100-150 uomini. La base di Al-Abbas cambia sempre, ha già guidato attacchi in Mauritania e ha operato dalla regione montagnosa algerina di Tanezrouft.

-       Hamid Esooufi, detto Abdelhamid Abu Zaid, è a capo della brigata Taregh Ibn Ziyad, composta anch’essa da 100-150 uomini.

-       Yahia Djouadi, conosciuto come Jemal Oukacha o Yahia Abu Ammar, guida la brigata al-Furqan ed è divenuto l’emiro di Timbuktu.

-       Abu Amr el Tarik, alias Abu Abdekerim Tarki o Abu ab-al-Karim al-Tarqi, è a capo della brigata alAnsar, la cui funzione operativa è poco chiara.

Il MUJAO è invece guidato da Oumar Ould Hamama, alias Abdul Hakim, Oumar Hakka o Senda Ould Bouamama, un leader con forti legami con tutti i principali gruppi jihadisti del nord del Mali. Altre figure di spicco del MUJAO sono Benmessaoud Abdelkader, alias Oussama Ould Abdel Kader e Abu Daoud, ex membro di al Qaeda nel Maghreb Islamico.

In seguito al colpo di stato in Mali al Qaeda nel Maghreb Islamico è divenuto il gruppo armato predominante nella regione. I suoi rapporti con i due gruppi jihadisti del Mali, Ansar Dine e MUJAO, sono tanti che spesso i confini tra i gruppi sono poco chiari e le leadership tendono a essere intercambiabili. Tuttavia l’attività di Ansar Dine ha luogo principalmente nella regione maliana di Kidal, mentre nelle regioni di Timbuctu e Gao, lungo il confine con l’Algeria e nell’Algeria meridionale, c’è un maggior equilibrio tra al Qaeda nel Maghreb Islamico e MUJAO.

L’AQIM si concentra maggiormente su obiettivi statali, come avamposti dell’esercito e dipendenti del governo, o contro obiettivi stranieri, come ambasciate e personale diplomatico. Sia l’AQIM che il MUJAO praticano regolarmente rapimenti per finanziarsi con i riscatti o per ottenere la liberazione di loro membri attraverso lo scambio di prigionieri con le autorità regionali. Il MUJAO, per esempio, ha recentemente ottenuto un riscatto di 15 milioni di euro per tre ostaggi europei – un italiano e due spagnoli – rapiti a Tindouf, in Algeria.

Altri gruppi paramilitari Tuareg in Mali sono invece più nazionalisti e maggiormente legati a un territorio specifico. A Timbuctu al Qaeda nel Maghreb Islamico ha il proprio quartier generale in quella che era un tempo la caserma dell’esercito maliano, nell’aeroporto della città. Nelle prime fasi della ribellione in Mali le caserme erano sotto il controllo del Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad (MNLA), che a luglio è stato sconfitto e scacciato dalla regione da AQIM. Nello stesso periodo il MNLA ha occupato Gao e usato l’armeria dell’esercito maliano come suo quartier generale;  ma a giugno le forze del MUJAO, comandate da Hamama, hanno scacciato il MNLA dalla città. 

La mutevolezza della leadership tra i gruppi armati del nord del Mali è evidente a Timbuctu e nella regione di Gao. Pare che Djouadi, comandante della brigata al-Furqan, sia stato nominato “governatore” di Timbuctu, mentre Hamama, cugino del leader di Ansar Dine, sia portavoce e comandante militare di Ansar Dine, ma anche capo di stato maggiore e emiro di Gao per il MUJAO.

Ansar Dine, che significa “sostenitori della religione”, è composta essenzialmente dall’etnia Ifoghas. Ad aprile il gruppo ha chiesto di unirsi ad al Qaeda nel Maghreb Islamico, ma poi ha preso le distanze.  Ansar Dine opera innanzitutto nella regione di Kidal e ha combattuto con successo per il controllo delle città regionali di Kidal, Aguelhok, Tinezawaten e Tessalit. È guidata da Iyad Ag Ghali,  leader di vecchio corso dei ribelli tuareg, legato ad AQIM ma anche all’Alleanza per la Democrazia e il Cambiamento, un gruppo insurrezionale tuareg. Ag Ghali ha guidato la ribellione tuareg fin dagli anni ’90; è lui che negozia il pagamento dei riscatti per assicurare la liberazione degli ostaggi europei e i cessate il fuoco tra il governo del Mali e altri gruppi ribelli tuareg. È inoltre stato diplomatico del Mali a Gedda, in Arabia Saudita, dove è divenuto un fervente jihadista e ha ulteriormente sviluppato la sua affinità con al Qaeda.

La leadership di Ansar Dine comprende anche il cugino di Ag Ghali, Hamama, e Alghabass Ag Intalla, alias Sheilh Abbas Installah, il cui padre è il patriarca del gruppo etnico degli Ifoghas. L’interazione tra Ansar Dine, MUJAO e al Qaeda nel Maghreb Islamico ha permesso ad Ag Ghali una posizione di rilievo tra le più importanti brigate a Timbuktu e Gao.

I gruppi armati filo governativi sono ora tornati alla ribalta con azioni anti-jihadiste.  Il più importante è il Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad (MNLA), guidato dal colonnello Mohamed Ah Najim, un ex comandante dell’esercito libico di etnia Ifoghas. L’ala politica del partito è invece guidata dal segretario generale Bilal Ag Acherif. Il MNLA ha assunto rilievo all’inizio del 2012,  poi ha perso di importanza e ora non ha il controllo di nessun territorio. Il gruppo un tempo contava circa 10000 uomini, ma le sconfitte inflitte dal MUJAO e dall’Ansar Dine a Timbuctu e Gao hanno colpito significativamente il gruppo. A giugno, Ag Acherif è stato ferito a Gao durante gli sconti con il MUJAO ed è stato trasportato in aereo in Burkina Faso per essere curato.

Il Movimento Repubblicano per la Restaurazione dell’Azawad è composto, si stima, da 500 a 1000 uomini, è guidato dal colonnello Elhadji Ag Gamou, di etnia Tamashek e  rivale di vecchia data di Ag Ghali.  Ag Gamou era il comandante dell’esercito maliano a Kidal, sconfitto da Ansar Dine.  Si è parlato della possibilità di stringere un’alleanza con il MNLA, ma per ora non se ne è fatto nulla.

Il Fronte Nazionale di Liberazione dell’Azawad si è formato in aprile sotto la guida politica di Mohammed Lamine Ould Sidatt, un ufficiale della regione di Timbuctu. Il comandante militare del gruppo è il colonnello Housseine Khouilam, alias Mohamed Ould Abdarrahmane, e conta 500 uomini. Tuttavia, a parte un attacco dal Mali occidentale a Timbuctu,  velocemente respinto dalle forze jihadiste del luogo, l’organizzazione non può vantare azioni significative.

Il Fronte Popolare per la Liberazione dell’Azawad è guidato dal colonnello Hassan Ag Mehdi, alias Jimy Rebel, un ex membro del MNLA e, prima del colpo di stato militare, aiutante di campo del primo ministro del Mali. Il Fronte Popolare per la Liberazione dell’Azawad comprende uomini di etnia Chamanama, provenienti dalla regione di Gao. Il gruppo, che non ha ancora condotto alcuna operazione, si pone come strumento filogovernativo per raccogliere informazioni e per tagliare le linee di rifornimento nella regione di Gao; è anche responsabile dei contatti con i mediatori della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale. 

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