Il primo obbiettivo politico di Erdogan è dichiaratamente riuscire a trasformare la Turchia in una repubblica presidenziale o semipresidenziale. Per riuscirci ha bisogno dei voti del Movimento Nazionalista, fieramente anti-curdo, perché altrimenti la sua coalizione non raggiungerebbe il quorum necessario per effettuare la necessaria riforma costituzionale.
Il secondo obbiettivo politico di Erdogan è fermare lo stillicidio di attentati del PKK, partito nazionalista separatista curdo, che organizza gli attentati da basi fuori delle frontiere turche, sulle montagne di Siria e Iraq (vedi mappa). Negli anni scorsi Erdogan ha adottato un approccio di pacificazione dei Curdi turchi, e di accordi con i Curdi oltre le frontiere (vedi qui) che però gli è valso l’ostilità del Movimento Nazionalista turco. Ora Erdogan ha visto la possibilità di una mossa che gli permetterà di riconquistare il sostegno dei nazionalisti turchi.
La richiesta all’ONU e al parlamento turco di autorizzare operazioni militari turche fuori dei confini in risposta ad attacchi da basi oltre le frontiera, internazionalmente discussa ed approvata il 4 ottobre, è stata vista come un’autorizzazione a difendersi – se necessario - dai Siriani che bombardino case turche vicine alla frontiera, ma potrà venir usata – e sarà sicuramente usata – contro le basi dei separatisti curdi sulle montagne di Siria e Iraq. La Turchia di Erdogan si appresta ad affrontare il problema del separatismo curdo con azioni militari oltre le frontiere, con grande soddisfazione dei nazionalisti turchi, facendosi scudo dell’approvazione previa non soltanto del parlamento turco, ma anche dell’ONU.
L’approvazione data sulla spinta emotiva del bombardamento siriano riguarda qualunque attacco, non soltanto quello dell’esercito di Assad. Nei confronti della Siria i Turchi manterranno un atteggiamento prudente dal punto di vista militare: non vogliono essere trascinati in una guerra fra stati. Il governo turco l’ha esplicitamente ribadito. L’autorizzazione ad azioni militari oltre le frontiere sarà usata contro i Curdi – e procurerà a Erdogan i voti necessari per la riforma costituzionale.
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