I Paesi Baltici si sganciano dalla Russia

13/06/2016

Da fine 1700 Lettonia, Lituania ed Estonia sono state strettamente legate alle sorti della Russia, eccetto per un breve periodo fra le due Guerre Mondiali (mappa a lato). Dal 1990 sono tornate indipendenti e si sono progressivamente staccate dalla Russia, finché nel 2004 sono entrate nell’Unione Europea e nella NATO. Ma la forte influenza russa non è sparita, sia perché le tre repubbliche hanno grosse minoranze di popolazione russa al loro interno, sia perché dipendono quasi totalmente dalla Russia per avere petrolio e gas. La Russia ha l’abitudine non soltanto di invadere i paesi alla sua periferia che perseguono politiche sgradite, ma anche di tagliar loro i rifornimenti di energia, come si è visto in Georgia (2008) e in Ucraina (2006 e 2009). Le Repubbliche Baltiche sono molto preoccupate e hanno accelerato l’integrazione nell’Unione Europea, per non trovarsi sole nelle trattative con la Russia. Fra il 2011 e il 2015 sono entrate nell’Eurozona. Nel 2014 la Lituania ha iniziato a importare Gas Naturale Liquefatto via mare, da fornitori non russi, grazie a un nuovo terminale. Nel frattempo si sono costruite o si stanno costruendo condutture e reti che permettono di scambiare gas, petrolio ed elettricità non soltanto fra le tre Repubbliche Baltiche, ma anche con la Polonia e i Paesi Scandinavi. Così ora i Russi debbono vendere la loro energia alle Repubbliche Baltiche in competizione con altri fornitori. Questo ha portato la Gazprom già due anni fa a diminuire del 23% il prezzo del gas venduto alla Lituania.

Ora le tre repubbliche chiedono una maggiore presenza della NATO sul proprio territorio, perché temono la possibilità di una invasione russa, come quella avvenuta in Ucraina. È probabile che al prossimo summit di luglio la NATO decida di avere quattro battaglioni stazionati a rotazione in Polonia e nelle Repubbliche Baltiche. La Germania ha deciso di incrementare il numero dei suoi militari e probabilmente fornirà almeno una parte di questi battaglioni, dichiarando così il suo interesse a difendere l’Est Europa da possibili ingerenze russe.

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