La struttura del regime nord coreano

12/06/2017

Dal 1990 ci si aspetta che il regime di Pyongyang collassi, invece pare rafforzarsi sempre più.

La Corea del Nord esiste dal 1945. La penisola coreana ha una lunga storia di invasioni e dominazioni straniere, inclusi quarant’anni di dominazione giapponese, ma la configurazione attuale sorse nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, per accordo raggiunto fra USA e URSS.

Nel 1948 Stalin portò al potere Kim Il Sung, figlio di esuli fuggiti in Manchuria (Cina) per sfuggire al dominio del Giappone, educato in Unione Sovietica, che aveva combattuto nell’esercito sovietico. Kim aveva una concezione del potere più imperiale che comunista: concepiva la proprietà pubblica delle terre e dei mezzi di produzione come proprietà del despota che gestisce il potere attraverso una burocrazia centralizzata. Instaurò dunque un tipo di governo assolutistico e militarizzato, che non lasciava nessun margine di libertà personale ai cittadini. L’ideologia di Kim era anche fortemente nazionalista e mirava all’autarchia, all’autosufficienza. Kim creò un sistema di potere che aveva al centro lui stesso e la sua famiglia e una piccola costellazione di collaboratori fidati. Il Partito dei Lavoratori non ebbe mai il ruolo di formare, selezionare e portare al potere nuovi quadri dirigenti, anche se il regime si proclama comunista. 

Kim voleva per la Corea l’indipendenza in politica, l’autarchia in economia e l’auto-sufficienza nella difesa, cioè la creazione di una realtà nazionale e statale capace di vivere nel quasi totale isolamento. Dopo decenni di occupazione straniera e di guerre sul loro territorio, i Coreani apprezzarono la sua visione e lo seguirono. Il figlio Kim Jong Il continuò la sua politica, rafforzando molto il potere dell’esercito all’interno del governo. Aumentò e modernizzò gli armamenti, coprì la Corea di bunker e avviò lo sviluppo di armi nucleari. 

Kim voleva per la Corea l’indipendenza in politica, l’autarchia in economia e l’auto-sufficienza nella difesa, cioè la creazione di una realtà nazionale e statale capace di vivere nel quasi totale isolamento. ‘Sviluppo’ per la dinastia dei Kim significa sempre maggiore autarchia e auto-sufficienza.

Il figlio Kim Jong Un, nipote del fondatore e attuale dittatore, nel 2013 lanciò la politica chiamata Byungjin: sviluppo economico e sviluppo atomico. Sembrò che questo programma implicasse un’apertura al mondo esterno, al commercio, ma così non fu. ‘Sviluppo’ per la dinastia dei Kim significa sempre maggiore autarchia e auto-sufficienza.

La Corea del Nord ha un parlamento, l’Assemblea Suprema, composto da 687 membri, che esprime un Presidio ristretto che assume tutti i poteri del Parlamento quando le sessioni sono chiuse (la maggior parte del tempo), incluso il potere di nominare i membri delle Commissioni che preparano i progetti di legge e di presentare progetti di legge alle commissioni stesse. Nella realtà i progetti di legge vengono proposti alle commissioni parlamentari non dai membri dell’Assemblea, ma dal Kim di turno.

La Commissione per gli Affari di Stato è l’organo statale di maggiore influenza e legifera in materia di difesa e di economia. Kim ne è presidente e in quanto tale è anche il capo delle Forze armate e della Commissione di Difesa. Le Forze armate hanno un Dipartimento di Politica Generale che collabora con il Partito ed è una agenzia politica che sorveglia sia le istituzioni e le strutture del Paese, incluse le scuole e gli ospedali, sia la popolazione in generale. Questo Dipartimento opera di concerto con la Commissione Militare Centrale, che dirige e sorveglia le attività di difesa e collabora con la Commissione per gli Affari di Stato. La Commissione Militare Centrale, composta di 12 membri, approva e finanzia progetti di ricerca e di produzione di armamenti e decide l’allocazione delle risorse destinate alla difesa. Il Ministero delle Forze Armate invece sovrintende a tutta la logistica e all’addestramento e gestione del personale.

Il Ministero per la Sicurezza dello Stato è diretto personalmente dal Kim di turno ed è il massimo servizio di intelligence, che gestisce anche le prigioni politiche. Invece il Ministero per la Sicurezza Pubblica gestisce l’ordine pubblico e le prigioni civili. C’è poi il Comando per la Sicurezza Militare, che è la polizia politica delle Forze Armate, che opera al di fuori di ogni controllo pubblico.

Altre milizie provvedono soltanto alla protezione del capo supremo del suo entourage:

-          il Comando di Difesa di Pyongyang, che ha carri armati e artiglieria propria;

-          Il Comando della Guardia Suprema, che protegge la persona del dittatore e controlla le comunicazioni fra i suoi collaboratori diretti;

-          il Terzo Corpo d’Armata che difende la fascia di territorio attorno a Pyongyan.

 

Come potrà mai finire il regime dei Kim? Quali forze di opposizione riusciranno a svilupparsi senza essere identificate e distrutte sul nascere?

In caso di guerra le strutture messe in piedi dal regime sono in grado di distruggere le città della Corea del Sud e sopravvivere a lungo anche in pieno isolamento.

 

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