La tattica di guerra russa in Ucraina è la stessa usata in Siria

09/11/2022

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L'8 ottobre 2022 la Russia ha nominato un nuovo comandante militare in Ucraina, il generale Sergei Surovikin, la cui più recente esperienza militare è stata nella guerra civile siriana. Il generale Surovikin succede nel comando della guerra a un altro veterano della campagna siriana.

In Ucraina la Russia applica la stessa tattica che ha utilizzato in Siria, basata su attacchi ai civili e alle infrastrutture d’uso civile per sfollare la popolazione, terrorizzarla. È la tattica del ‘far terra bruciata’. In ottobre la Russia ha intensificato gli attacchi contro le infrastrutture civili ucraine quali le centrali elettriche  e tornando a bombardare la folla per le strade di Kiev. L’immagine in testata è una foto di Mariupol così com’è stata ridotta a ottobre 2022.

Ma se continuerà il sostegno occidentale a Kiev, queste tattiche non cambieranno le sorti della guerra.

L'intervento della Russia in Siria nel 2015 si è concentrato sull'uso delle forze speciali, dell'aviazione e della polizia militare per sostenere il governo siriano e i suoi alleati iraniani sul campo. Sotto la guida russa le forze combinate assediavano le enclavi ribelli sul terreno, prendevano regolarmente di mira le infrastrutture civili e utilizzavano armi vietate come il gas sarin per forzare i ribelli alla resa. I bombardamenti dell’aeronautica russa hanno interrotto anni di battaglia per il controllo di Aleppo, distruggendo completamente la città. I jet russi continuano ancora a colpire obiettivi civili nella provincia siriana di Idlib, controllata dai ribelli.

Gli Stati Uniti e gli alleati europei non hanno risposto alle violazioni dei diritti umani in Siria da parte dalla Russia, preoccupati per i rischi di un'escalation in un paese di importanza strategica relativamente marginale per tutte le parti. Per la Russia la mancanza di reazioni da parte dell'Occidente ha alimentato una narrativa di successo in Siria che ora informa la tattica militare russa in Ucraina.

Le comunicazioni russe intercettate prima dell’attacco all’Ucraina indicano che Mosca si aspettava una rapida vittoria militare, perciò la fase iniziale della campagna fu pensata come un viaggio verso Kiev e una rapida occupazione del sud del paese senza distruggere le infrastrutture civili. Invece l’attacco ha spinto la popolazione ucraina a reagire con determinazione. La Russia ha poi portato circa 2,8 milioni di Ucraini in territorio russo, alcuni contro la loro volontà, nel tentativo di ri-progettare demograficamente le regioni del sud. Ma ora la tattica è cambiata.

Pur provocando il panico nelle città ucraine gli attacchi della Russia ispirano anche rabbia e consolidano il sostegno pubblico alle controffensive. Gli attacchi russi non sono abbastanza diffusi da interrompere il comando e il controllo di Kiev sulle sue forze armate, né interrompere la logistica che rifornisce le truppe in prima linea o spostare abbastanza civili da ostacolare seriamente lo sforzo bellico.

Gli attacchi russi alle infrastrutture civili ucraine non hanno tagliato le vie di rifornimento della NATO, perché non hanno interrotto i collegamenti ferroviari e stradali tra il territorio ucraino e la Romania, la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia. Gli ampi confini terrestri dell'Ucraina offrono alla NATO numerose rotte stradali principali e secondarie che sono fuori dalla portata dei droni e degli aerei da guerra russi. Diversa è invece la posizione della Russia in Crimea, che è isolata dal Mar Nero e dal Mar d'Azov. In Crimea la Russia fa molto affidamento sulle linee ferroviarie per tutti i rifornimenti, che perciò sono piuttosto vulnerabili.

È probabile che il generale Surovikin intensifichi ancora gli attacchi alle infrastrutture civili per mostrare qualche progresso al Cremlino e all’opinione pubblica, e che intenda spopolare del tutto le regioni lungo la prima linea, cioè Kherson, Zaporizhzhia, Izyum e Kharkiv, anche attraverso l'uso di armi vietate. Mosca potrebbe concentrarsi maggiormente sui civili vicini alla prima linea anche per aumentare il carico di rifugiati su Kiev e sull’Europa, distruggere le infrastrutture che potrebbero essere utilizzate dall'esercito ucraino e demoralizzare le forze ucraine che riconquistano un territorio con case rase al suolo e infrastrutture distrutte. 

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