Stalin

13/03/2023

Presentiamo una sintesi dell’articolo di George Friedman per Geopolitical Futures del 3 marzo 22 (Stalin), perché l’autore sa, come al solito, indicare con estrema chiarezza il nocciolo delle questioni geostoriche.

A quasi 70 anni dalla morte, vale la pena di ricordare la persistente eredità politica di Stalin in Russia.

Fu Vladimir Lenin, non Stalin, il fondatore dell’etica sovietica. Seguace di Marx, Lenin voleva istituire il comunismo per perfezionare l’umanità, per plasmare l’uomo moralmente redento che è l’obbiettivo di tutte le ideologie salvifiche. Ma Marx sapeva che perfezionare l’umanità è affare lento, lungo e difficile, perciò aveva ipotizzato una fase storica di transizione governata dalla dittatura del proletariato, chiamata Socialismo. E poiché il proletariato era ignorante dell’arte di governo e culturalmente arretrato, la dittatura sarebbe stata inizialmente esercitata da un gruppo di intellettuali, burocrati e poliziotti, chiamato ‘Partito Comunista’.

Il principio operativo del Partito Comunista era che il duro lavoro di perfezionamento dell’umanità era di tale importanza storica e morale, che chiunque vi si opponesse doveva venir liquidato o costretto all’obbedienza. La gentilezza e il sentimentalismo borghese costituivano un tradimento del proletariato; ma forse i traditori più pericolosi erano proprio i proletari sentimentali, che avrebbero dovuto venir eliminati per il trionfo dell’Uomo nuovo.

Il marxismo nasce dalla cupezza della filosofia tedesca, che si dice abbia penetrato il fondo e vi sia rimasta più a lungo di ogni altra filosofia, emergendone più cupa di ogni altra tradizione di pensiero. Marx era un filosofo tedesco, così come Nietzsche, Heidegger e molti altri che non furono socialisti ma condivisero un principio chiave: la spietatezza è una virtù se usata per la perfezione morale.

Lenin fu reclutato dall'intelligence tedesca per raggiungere in treno la Russia e fomentarvi una rivoluzione socialista, allo scopo di paralizzare il paese e portalo alla sconfitta nella Prima guerra mondiale. Così Lenin organizzò la rovina del suo paese per salvarlo.

Ma Lenin era un intellettuale, impacciato dalle complessità del pensiero. La rivoluzione richiedeva qualcuno senza scrupoli nell’esercitare la spietatezza per esigenze morali. Stalin fu quella persona. Era un delinquente violento che non leggeva i filosofi e non aveva nessuna traccia di gentilezza né di sentimentalismo. Di lui si narra che tornò una sola volta a Gori, dove era nato, e che nel rivedere sua madre le chiedesse: ‘fai ancora la puttana?’ Quest’uomo avrebbe guidato la rivoluzione per redimere l’umanità.

L'atto più eclatante compiuto da Stalin ha conseguenze ancora oggi. Avvenne in Ucraina.

Negli anni '30 Stalin consolidò il potere con un massacro di fedeli membri del partito. Pensava che la guerra sarebbe scoppiata presto e che la Russia non aveva le risorse per sviluppare una grande forza militare. Occorreva acquistare armamenti in Europa. Probabilmente rideva sotto i baffi nell’acquistare armamenti e macchinari da quelli che presto sarebbero stati i nemici. Il problema era che la Russia aveva pochi soldi. Stalin risolse il problema pagando gli armamenti con il grano prodotto in Ucraina. Poiché occorrevano molte armi occorreva molto grano, in pratica tutto il grano dell’Ucraina. Lo vendette senza lasciarne per il nutrimento degli Ucraini. Questo portò a quello che gli Ucraini ricordano come l’Holomodor, la morte per fame di molti milioni di Ucraini. Stalin temeva la guerra, che avrebbe sicuramente causato la morte di molte decine di milioni di uomini, tanto valeva farne morire qualche milione prima, per essere più forti durante la guerra. Era semplicemente la spietatezza necessaria per perfezionare la società.

La logica del pensiero di Marx, frutto del pensiero tedesco da cui proveniva, portò alla conclusione che i marxisti abbracciarono: il sentimentalismo riguardo alla vita mina la rivoluzione. Ma la spietatezza della filosofia tedesca ebbe tanto successo in Russia perché già esisteva un terreno culturale favorevole: Ivan il Terribile e Caterina la Grande non raggiunsero i livelli di spietatezza del marxismo, ma furono molto più spietati degli altri tiranni europei.

Vladimir Putin si dichiara nazionalista e il nazionalismo russo affonda le radici in una tradizione spietata. Ma Putin è stato anche un comunista che prestava servizio nel KGB, unisce dunque la tradizione di Stalin a quella di Ivan il Terribile. Ed è tornato in Ucraina seguendo la spietata tradizione che va da Ivan il Terribile a Stalin, perché non può concepire altri tipi di rapporto fra i popoli.

 

 

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