Ucraina e Turchia:
accordi in chiave anti-russa

15/03/2016

L’Ucraina e la Turchia hanno firmato a inizio marzo una serie di accordi economici, politici e militari. Entrambi i paesi sono spinti dalla comune volontà di contenere la potenza russa, anche se i limiti di manovra dei due paesi sono modesti. I Turchi hanno fatto dichiarazioni di principio in favore dell’integrità territoriale ucraina. I due paesi hanno dichiarato di voler rafforzare la cooperazione in ambito NATO per garantire la sicurezza delle acque del Mar Nero e i diritti dei Tatari – popolazione di etnia turca che i Russi hanno osteggiato e deportato e che ora ha gruppi irredentisti molto irrequieti in Crimea. La Turchia venderà anche armi all’Ucraina, ma non sono ancora previsti contratti specifici.

La principale motivazione della Turchia nel creare difficoltà aggiuntive alla Russia in Crimea e Ucraina è dissuadere i Russi dal favorire la creazione di uno stato curdo in Siria, ai confini con la Turchia, che potrebbe destabilizzare la parte curda della Turchia.

I circa 29 milioni di Curdi al mondo (mappa a lato) sono distribuiti in quatto stati:

-       circa 6 milioni vivono nel nord dell’Iran, dove in questo periodo sono cittadini ben integrati;

-       circa 5-6 milioni vivono nel nord dell’Iraq, dove hanno una regione autonoma ricca di petrolio e gas, che esportano con successo attraverso le condutture della Turchia. Sia i Turchi sia gli Americani sia gli Iraniani corteggiano i Curdi iracheni, facendo a gara fra di loro per ottenerne le simpatie e la lealtà;

-       meno di 2 milioni di Curdi vivono in Siria: già alleati del governo di Assad, oggi questi Curdi sono protetti e corteggiati dai Russi e dagli Iraniani, ma sono temuti e osteggiati dai Turchi, perciò gli Americani non possono sostenerli apertamente, dato che i Turchi sono alleati degli Americani nella NATO;

-       circa 14,5 milioni di Curdi vivono in Turchia: cittadini a pieno diritto, ma conculcati come nazionalità, hanno una lunga storia di richiesta di autonomia e di attentati terroristici di matrice irredentista. Oggi sono duramente repressi con la forza militare dal governo turco, in preda al timore che la guerra civile siriana possa estendersi alla Turchia curda, con il sostegno dei Russi e degli Iraniani, e strappare alla Turchia un terzo del suo territorio;

circa 1,5 milioni di Curdi sono emigrati e vivono nella diaspora, per lo più in Germania.

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