Jacob Fugger, il più influente banchiere nella storia d’Europa?

16/09/2016

Il giornalista Greg Steinmetz ha pubblicato nel 2015 un bel libro dal titolo ‘The richest man who ever lived: the life and times of Jacob Fugger’ (Simon and Shuster). Chi fu questo Fugger? È poco probabile che l’Italiano medio l’abbia sentito nominare.

Duerer lo ritrasse in abbigliamento di grande sobrietà, segno di grande potere. I presidenti di stato vestono abiti classici scuri, il Papa indossa una tunica bianca e lascia i colori cardinalizi ai sottoposti, Hitler indossava la più semplice delle divise miliari, lasciando galloni e medaglie ai suoi generali. Soltanto chi ha più potere degli altri può permettersi l’aspetto dimesso e lo sguardo lontano all’interno di un gruppo di potenti. Divenne parente dei Medici, ma non ne condivise mai il gusto per l’arte e i piaceri.

Nato nel 1459 in una ricca famiglia di commercianti di tessuti ad Augsburg, fece il ‘colpo grosso’ della sua vita arrischiando grossi prestiti prima al Sacro Romano Imperatore Federico III d’Asburgo, che era talmente pieno di debiti che nessuno voleva più finanziarlo, poi a suo figlio Massimiliano I, il fondatore dell’Impero Austroungarico. Un riconoscente Massimiliano gli concesse l’esclusiva sul commercio dell’argento e del rame. Fugger costruì e gestì personalmente le fonderie.

Il mercato del rame era nelle mani di pochi mercanti e fonditori veneziani che erano d’accordo nel farlo scarseggiare e tenere alti i prezzi. Costituivano cioè un ‘cartello’. Fugger fece invece un politica di ‘dumping’, abbassò i prezzi e inondò il mercato di rame, finché la maggioranza dei concorrenti dovette ritirarsi dal mercato. Poi finanziò il commercio delle spezie e del pepe da parte dei Portoghesi, che in pochi anni tolsero ai Veneziani il controllo anche di questo lucroso commercio. Venezia non si riprese mai da questo colpo fatale.

Fugger inventò anche la prima ‘newsletter’ specializzata: raccoglieva notizie dai mercati internazionali tramite la sua rete di corrispondenti e le pubblicava sotto forma di lettera periodica alla sua rete di clienti.

Fu anche fra i primi a remunerare i conti correnti, partica proibita perché considerata usura. Fugger finanziava l’acquisto delle indulgenze da parte dei peccatori in cambio di una commissione del 3%, finanziò anche l’acquisto della carica di arcivescovo di Mainz per un altro membro della famiglia degli Asburgo. Divideva i profitti di questo commercio con il papa in carica, Leone X (Alessandro Ottaviano dei Medici), che aveva bisogno di molto denaro per la costruzione della Basilica di San Pietro. Nel 1515 riuscì così a convincerlo a ridefinire l’usura come ‘un profitto ottenuto senza fatica, senza costi e senza rischi’. L’interesse sui depositi bancari derivava dall’attività (rischiosa) di cambio di monete a termine per operazioni commerciali, dunque non poteva più essere definita usura per la presenza di rischio. Fu questa intensa attività di commercio delle indulgenze e delle cariche ecclesiastiche fra Fugger e il Vaticano che scandalizzò Martin Lutero, inducendolo a scrivere le sue ’95 tesi’ nel 1517, che innescarono la ribellione e la Riforma.

Fugger riuscì a crearsi tanti nemici sia fra i mercanti che mandò in rovina, sia fra i contadini e il basso clero tedesco, ma divenne simbolo della libera finanza e della libera iniziativa. Nel 1520 il prete Thomas Muentzer incitò i contadini tedeschi in rivolta a uccidere Fugger, che riuscì a proteggersi nel suo grande castello e morì nel suo letto nel 1525. Durante la Guerra Fredda la Germania comunista raffigurò Muentzer sui suoi francobolli. La Germania Ovest replicò mettendo sui francobolli l’effigie di Fugger.



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