Crepe nell’intesa Russia-Turchia

19/12/2019

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Com’era prevedibile, in Siria (dove la guerra civile è quasi al termine) i Russi e i Turchi hanno iniziato a disputarsi l’egemonia sul nord del paese, dove la Turchia vuole ritagliarsi una zona cuscinetto che la distanzi sia dalle basi militari russe, sia dalla presenza dell’esercito di Assad, sia dai Curdi. Gli incontri multilaterali per arrivare alla fine della guerra civile sono molto frequenti, ma i Turchi e i gruppi di ribelli da loro appoggiati non hanno sino ad oggi accettato gli accordi proposti dai Russi e da Assad.

Turchia e Russia sono in rivalità anche per l’egemonia sul Caucaso e sull’Asia centrale, regione di origine dei Turchi, dove gli investimenti turchi in infrastrutture e joint ventures sta crescendo a grande velocità, così come l’interscambio commerciale. C’è poi l’eterna questione del controllo del Mar Nero e del Bosforo, aree d’importanza vitale per la Russia, così come per la Turchia. Inoltre i Turchi vogliono poter controllare i movimenti dei profughi siriani.

I due paesi hanno assunto posizioni contrastanti anche in Libia: la Turchia ha stretto un accordo col governo di Al Sarraj per il reciproco riconoscimento di interesse economico esclusivo su acque del Mediterraneo sotto cui si estendono giacimenti di gas rivendicati da altri paesi, la Russia — insieme a larga parte del mondo arabo — sostiene invece il generale Haftar, che non riconosce la legittimità del governo di Al Sarraj. Entrambi i paesi parlano di fornire sostegno militare sul terreno ai due contendenti per il potere in Libia, ma su fronti opposti. 

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