Israele

05/10/2015

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Essere pro o contro Israele è per gli Europei quasi una dichiarazione di identità, di fede personale. È l’ennesima conseguenza di millenni di predicazione antiebraica e antisemita, che ci portano a vedere in Israele il Male o il Bene, anziché uno stato e un popolo come gli altri, con le contraddizioni e i contrasti che esistono in qualunque altro popolo e in qualunque altro stato. Oggi su Israele è molto difficile non avere pregiudizi, negativi o positivi che siano. Per iniziare a liberarsi dei pregiudizi è necessario tenere ben presenti i dati storici e geopolitici della regione, soprattutto questi quattro:

1 - Israele è uno dei tanti nuovi stati che risultarono dalla caduta e dalla frammentazione dell’Impero Ottomano. Turchia, Siria, Giordania, Iraq, e Libano nacquero nello stesso periodo, dallo stesso processo di dissoluzione dell’Impero;

2 - I tanti gruppi etnici o nazionali diversi che convivevano in modo sparso nella parte asiatica dell’Impero Ottomano non riuscirono a costruire e costituire propri stati nazionali, salvo tre eccezioni: i Turchi in Turchia, gli Ebrei in Israele, gli Armeni in Armenia. Gli Armeni sopravvissuti riuscirono ad avere un loro minuscolo stato sotto la protezione dei Russi, dopo che i Turchi li sterminarono e si impadronirono delle loro terre e dei loro beni (genocidio degli Armeni del 1915-18). I Turchi costituirono la loro Repubblica nazionale, ispirata ai movimenti risorgimentali laici delle nazioni europee; per costruire il loro stato sterminarono gli Armeni, soppressero le rivendicazioni nazionali dei Curdi e ripudiarono l’islam come fonte di diritto politico. Gli Ebrei costituirono il loro minuscolo stato nazionale, ispirandosi dapprima al movimento risorgimentale ebraico che si chiama ‘Sionismo’ (a sua volta ispirato al movimento mazziniano italiano), poi anche al socialismo utopico. Realizzarono il loro stato un po’ con l’aiuto degli Inglesi, poi grazie al riconoscimento dell’ONU, ma soprattutto grazie a un grande lavoro di sviluppo del territorio e di costruzione delle istituzioni necessarie al funzionamento di uno stato;

3 - Le guerre civili che, a volte in nome del panarabismo, a volte dell’islamismo, a volte del tribalismo hanno funestato il Libano, la Siria, l’Iraq (la Giordania se ne è salvata a malapena) negli ultimi decenni sono ancora conseguenza della mancata costituzione di stati nazionali coesi ed efficienti dopo la caduta dell’Impero Ottomano. Si tratta di stati creati a tavolino, con confini arbitrari, dalle potenze vincitrici della Prima guerra mondiale, non per scelta politica da parte delle popolazioni. Il conflitto israelo-palestinese è uno dei tanti conflitti fra le popolazioni di quella regione, certamente non il più grave né il più pericoloso;

4 - Il territorio di Israele è indifendibile in caso di attacco con armi pesanti o con missili dalle alture controllate dai Palestinesi, perciò o Israele controlla anche i confini dei territori abitati dai Palestinesi, per evitare che vengano importate armi pesanti, oppure può essere distrutto in poche settimane. La formula ‘due stati per due popoli’ funziona soltanto se si aggiunge ‘una sola frontiera e un solo esercito’, come in Svizzera, altrimenti è aria fritta.

 

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