La forza del nazionalismo in Europa

05/09/2023

Negli anni ’90 sembrava che in Europa lo stato nazionale stesse scomparendo. Dopo la Seconda guerra mondiale, le tensioni franco-tedesche e anglo-tedesche si erano sciolte nell’Unione Europea e nell’alleanza NATO. Qualcosa di simile sembrò verificarsi in Europa orientale alla caduta del comunismo, quando i paesi della regione mostrarono di aspirare all’integrazione europea. Tutti applaudirono l’idea di un’Europa finalmente pacificata e integrata.

In realtà il nazionalismo era ancora ben vivo. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica la rabbia nazionalista divampò nei Balcani e nuovi partiti politici di destra minarono l’integrazione europea in Ungheria, in Polonia e persino in Germania, dove nel 2013 fu fondato il partito Alternativa per la Germania. Brexit ha inferto un duro colpo al progetto europeo.

La prima grande guerra europea dal 1945 è scoppiata tra due stati-nazione ricavati dall’Unione Sovietica: Russia e Ucraina. La guerra che infuria in Ucraina è solo l’ultimo capitolo di una lunga storia di guerre di liberazione nazionale, che può essere fatta risalire alla fine del 1700 e attraversa le guerre calde e fredde combattute contro tutti gli imperi.

Per quanto l’Europa abbia cambiato l’Ucraina dal 1991, allontanandola dal suo passato sovietico, l’Ucraina darà forma all’Europa. La natura dell’Ucraina nel dopoguerra cambierà l’idea di Europa, sostiene Michael Kimmage sul Foreign Affairs del 25 agosto.

All'interno dell'Unione Sovietica, la Repubblica socialista sovietica ucraina era subordinata a Mosca e soggetta a una russificazione dall'alto verso il basso, sebbene insieme alla Repubblica socialista sovietica bielorussa e alla Repubblica socialista federativa sovietica russa fosse una delle tre repubbliche slave privilegiate. Ma fu la volontà degli Ucraini di ottenere l’indipendenza a mettere il chiodo finale sulla bara sovietica nell’ottobre del 1991, votando a stragrande maggioranza a favore dell’uscita dall’Unione Sovietica. Due mesi dopo, l’Unione Sovietica non esisteva più.

Trenta milioni di persone di etnia russa e di lingua russa vivevano fuori dalla Russia negli anni ’90. Per il Cremlino non era chiaro dove finisse la Russia. Forse non aveva confini significativi, pensava l’elite politica. Le relazioni tra Russia e Ucraina furono relativamente tranquille fino al 2004, quando scoppiò la Rivoluzione Arancione. La reazione di Putin e del filorusso Yanukovich, che inviò la polizia a brutalizzare e arrestare i manifestanti pro Europa, innescò senza volerlo la rivoluzione Maidan, lasciando l’Ucraina orientata all’Occidente.

Il 24 febbraio 2022 circa 190000 soldati russi sono penetrati in territorio ucraino, mostrando prestazioni deboli sul campo di battaglia e commettendo crimini di guerra. Al centro di questo fallimento c’è la visione distorta della storia da parte del presidente russo e la sua mancanza di comprensione della società ucraina.

La nazione ucraina ha faticato a trovare forma moderna. Sottoposti all'Impero russo e all'Impero austro-ungarico fino alla Prima Guerra Mondiale; sottovalutati e minacciati da Polonia, Cecoslovacchia, Romania e Unione Sovietica negli anni tra le due guerre, dalla Germania nazista e dall'Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale, dall’Unione Sovietica tra il 1945 e il 1991, gli Ucraini hanno sviluppato un forte senso di appartenenza regionale, che ha fatto da contrappeso anche al potere centralizzato a Kiev, ed un grande desiderio di rivalsa.

L'Ucraina è al centro geografico dell'Europa. Eppure le istituzioni europee si sono spostate negli anni ’90 verso est senza mai offrire a Kiev la possibilità di aderire. Né la Russia post-sovietica era disposta a concedere all’Ucraina una reale autonomia. L’Ucraina era sola, senza soluzione per il suo fondamentale problema di sicurezza. La guerra del 2014, voluta da Putin, produsse un paese molto più omogeneo, perché le obiezioni alla mano pesante russa divennero elemento di una storia nazionale comune.

L’enfasi di Zelenskyj sull’identità civica, non religiosa né etnica né militare, ha consolidato la svolta dell’Ucraina verso l’Europa. La resistenza dell’Ucraina all’aggressione russa è un forte elemento di promozione del progetto di costruzione della nazione. L’Ucraina sta costruendo un’identità nazionale in armonia con l’Occidente.

Non è affatto chiaro, invece, quale tipo di Russia creerà la guerra in corso. Potrebbe alimentare la sete di conquista o la paura del collasso, ma in entrambi i casi produrrà una Russia animata da un forte risentimento verso l’Occidente.

Creata per domare il nazionalismo europeo, l’UE si trova ora sulla faglia di un conflitto epico tra due stati-nazione forgiati nella guerra. Il futuro dell’Europa ne sarà segnato. 

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