Il nucleare
in Europa

25/10/2013

Mentre altri paesi europei – tra cui Francia e Germania – mirano a ridurre l’energia nucleare per puntare sulle fonti rinnovabili, il governo britannico ha annunciato di voler costruire un nuovo reattore nucleare. Dopo il disastro di Fukushima del 2011 la cancelliera Merkel ha annunciato che tutti i reattori del paese verranno spenti entro il 2022. 

Invece la Polonia progetta per il 2015 due nuovi reattori da 3000 megawatt ciascuno, per ridurre la dipendenza dal carbone. Anche la Finlandia continua a puntare sul nucleare: ha avviato la costruzione di un nuovo reattore nel 2005 e prevede di completarne un altro entro il 2024, anche se non si sa ancora quale società sarà incaricata della costruzione. La Repubblica Ceca ha rimandato al 2015 la decisione sull’eventuale costruzione di un reattore a Temelin. Anche la Lituania ha rimandato la costruzione di una centrale nucleare, che dovrebbe ridurre la dipendenza energetica dei paesi del Baltico dalla Russia. I politici lituani non hanno ancora deciso se sostenere o meno il progetto e le altre repubbliche baltiche, che trarrebbero anch’esse vantaggio da questo programma, non riescono a mettersi d’accordo sulle rispettive responsabilità.

L’Europa ha politiche diverse per l’energia: il Regno Unito e la Polonia stanno sviluppando il gas di scisto – pur non trascurando il nucleare e non escludendo la possibilità di continuare a usare il carbone – mentre altri paesi stanno puntando tutto sulle fonti rinnovabili. Ma l’alto tasso di disoccupazione e un’economia che stenta a ripartire rallenteranno molto il già difficile e costoso passaggio alle rinnovabili. 

A destra, una mappa delle centrali nucleari in UE.

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