La geopolitica
della Grecia

15/07/2015

La Grecia è un piccolo territorio montagnoso sulla punta dell’altrettanto montagnosa penisola balcanica, che si protende sul mare. Le valli sono strette e corte, molto ripide, l’agricoltura è poca e difficoltosa, ma le coste frastagliate e impervie offrono protezione dagli assalti nemici e opportunità di commercio sul mare. 

La Grecia è composta di una penisola e di circa 6000 isole di varie dimensioni, che si estendono in tutto il Mar Egeo. Ha subito rare invasioni dell’interno, sia perché dall’alto delle montagne è facile la difesa delle valli (alle Termopili 300 Spartani e un migliaio di altri Greci respinsero l’esercito persiano forte di oltre centomila uomini), sia perché per un invasore non vale la pena conquistare valli così povere. La Grecia fu dominata dall’Impero Ottomano per secoli, ma le sue valli interne non vennero mai controllate in toto dai Turchi, continuarono a essere in mano a gruppi di ‘briganti’, ribelli locali che controllavano i passi di accesso e che mai si sottomisero, alimentando leggende di eroismo.  

Neppure oggi il governo riesce a controllare tutto il territorio, verificare tutte le attività economiche e raccogliere tutte le tasse su per montagne e valli. È difficile anche organizzarvi il servizio postale, i servizi di trasporto. La topografia montagnosa e difficile della Grecia è l’origine sia della fierezza del carattere greco, sia della povertà dell’economia greca.

Strade impervie risalgono le due valli dei fiumi Assio e Strimone, nella parte macedone della Grecia, e portano sull’altro versante, nelle valli del sistema fluviale del bacino del Danubio che appartengono alla Macedonia e alla Bulgaria. Il versante greco delle montagne balcaniche è ricco di torrenti, ma le valli sono brevi e ripide e strette, adatte soltanto all’allevamento delle capre e a poca agricoltura. L’unica pianura fertile è quella di Tessalonica, che alimentò il primo esercito che partì alla conquista di un impero nella storia europea: quello macedone.  

La frammentazione del territorio e delle scarse risorse porta anche alla frammentazione della società in gruppi locali, limita molto la mobilità sociale, favorendo invece il perpetuarsi di situazioni di privilegio o di sfavore.

La Grecia deve investire una parte importante delle proprie risorse per avere la flotta necessaria per controllare il Mar Egeo e servire le isole. Il mare, non la terraferma, è il cuore della Grecia. Le isole debbono essere difese e rifornite in modo costoso, ma costituiscono anche fonte di reddito sia dal turismo sia dal commercio che transita fra il Mar Nero e il Mediterraneo. Senza il controllo del mare, la Grecia non può sopravvivere. Il mare da controllare e da difendere è quello compreso fra le coste della penisola e le isole di Rodi, Creta, il Dodecaneso e Corfù. Cipro è un altro avamposto necessario alla Grecia per sorvegliare i movimenti della flotta turca, ma oggi la Grecia non è in grado di annettere Cipro, perciò accetta che l’Isola sia un paese indipendente, ma diviso in due zone reciprocamente ostili, quella turca e quella greca.  

Per avere il controllo dei mari la Grecia deve avere anche il controllo dei cieli, perciò mantiene un’aviazione ben equipaggiata e ben addestrata, utile anche per coprire il fianco sud della NATO. Ma le spese per la flotta marina e per quella aerea incidono fortemente sull’economia greca, così povera di risorse naturali. Oggi le spese della Grecia per la difesa, pur ridotte al lumicino, assorbono il 6% del PIL.

L’antica Grecia diede all’Europa la sua prima grande civiltà e ne tracciò i caratteri fondamentali per millenni. Allora il Mediterraneo era il centro del mondo, e le città-stato greche riuscirono a colonizzarne le coste e a controllare i commerci. Ma dovettero sempre difendersi dai Persiani, che da est volevano conquistare il Mediterraneo, e dai Romani, che aspiravano a fare altrettanto da nord-ovest. Le scarse risorse della Grecia non permisero ai Greci di mantenere le navi e i combattenti necessari per difendersi a lungo da questi nemici ben più numerosi e dotati di maggiori risorse. Inoltre la rivalità fra le città greche fece loro sprecare energie preziose in conflitti interni. L’indipendenza greca cessò nel ’86 a. C., quando Roma costrinse le città greche a capitolare, dopo aver occupato Corfù. Per quasi 1900 anni la Grecia non fu più un paese indipendente, anche se i caratteri della sua cultura rimasero fortemente caratterizzati dallo splendore passato.

Crollato l‘impero romano, la Grecia fu assoggettata dall’Impero Ottomano, per il quale il controllo dei Balcani e della valle del Danubio era essenziale per la sopravvivenza economica e politica. Ma la battaglia di Vienna del 1683 segnò la fine della speranza ottomana di espandersi stabilmente in Europa. Nei decenni seguenti l’Impero Russo e l’Impero Austro-ungarico respinsero i Turchi sempre più a sud, togliendo loro le pianure più fertili, finché nel XIX secolo prima i Serbi poi i Greci si ribellarono (nel 1832) e si scrollarono di dosso la dominazione turca. Privato delle risorse delle pianure del Danubio, l’Impero Ottomano decadde rapidamente. Russi e Austro-ungarici si contesero l’egemonia sui Balcani. Gli Inglesi temettero che l’Impero Russo potesse arrivare a controllare le sponde del Mediterraneo e per evitarlo favorirono l’indipendenza greca, facendo della nuova Grecia uno stato alleato e amico, e posero anche basi militari nell’Egeo a difesa sia della Grecia sia degli interessi marittimi inglesi. Ancora oggi gli Inglesi hanno un possedimento a Cipro, che ospita una base militare.

La Grecia fu di nuovo un cardine della strategia occidentale di contenimento dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Gli Stati Uniti le fornirono costantemente aiuti militari ed economici dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine del secolo scorso. La Grecia e la Turchia continuarono a essere rivali e a scontrarsi militarmente per il controllo di Cipro (nel 1964 e nel 1974) e di alcuni isolotti nell’Egeo (nel 1996), ma la loro comune appartenenza alla NATO favorì il raggiungimento di accordi, garantiti dalla stessa NATO.

Oggi come in passato la posizione geografica della Grecia determina i suoi obbiettivi strategici:

-       mantenere il controllo del Mar Egeo e la sicurezza delle comunicazioni e dei trasporti fra le isole e con la terraferma;

-       avere il saldo controllo di Creta, Rodi e Corfù per prevenire invasioni dal mare;

-       avere il controllo della valle dell’Axios e della pianura di nord-est, sia come via di comunicazione con il resto dei Balcani, sia perché è l’unica terra fertile a disposizione;

-       controllare le vallate alpine, farvi valere la legge, raccogliervi le tasse e realizzare le opere pubbliche necessarie per il loro sviluppo.

Con la fine della Guerra Fredda la Grecia ha perso l’importanza che ebbe fin dai primi decenni del 1800 come perno della strategia di contenimento della potenza imperiale russa o sovietica. Per questo i paesi NATO non sono più disposti a fornirle aiuti economici e militari gratuitamente. I Greci hanno faticato a rendersene conto. Hanno fatto ricorso a un enorme indebitamento in euro per mantenere le spese per la difesa e il livello di vita occidentale, anche senza aiuti internazionali. Tanto più che nel frattempo la vicina Turchia ha incrementato molto il PIL e il livello di sviluppo tecnologico, e mantiene una potenza militare impressionante. Per la Grecia il sempre maggiore potere della confinante Turchia è un crescente pericolo, che riporta l’incubo di una possibile futura invasione, come quelle del passato, in assenza di un protettore esterno potente, come furono in passato l’Inghilterra prima, e gli Stati Uniti poi.

I Greci si aspettavano che ora fosse l’Unione Europea il potente protettore, pronto a pagare il prezzo di avere una Grecia moderna ed efficacemente armata per tenere a bada i pericoli eventualmente provenienti dal Medio Oriente e dal nord Africa. Hanno capito tardi e amaramente che un’Unione Europea con un cuore geografico, economico e politico tedesco ha ben poco interesse alla protezione del fianco meridionale d’Europa. 

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