L’Unione Europea, la Russia e le repubbliche ex sovietiche

12/12/2019

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Al recente summit di Minsk per la Eastern Partnership Initiative (agenzia dell’Unione Europea per la collaborazione con le repubbliche ex sovietiche di Bielorussia, Azerbaijan, Armenia, Georgia, Moldavia e Ucraina) le posizioni largamente divergenti dei diversi paesi europei hanno limitato grandemente i risultati. Il summit si è concluso con qualche accordo di modesta portata: uno sui dazi per gli anni 2020-2023, un altro per agevolare la richiesta di visti di ingresso nell’Unione Europea. 

Le repubbliche ex sovietiche sono ancora largamente dipendenti dalla Russia sia a livello economico che culturale e politico, oltre che militare. La Bielorussia, ad esempio, riceve quasi il 40% degli investimenti esteri dalla Russia, che è anche il suo primo partner commerciale. Duemila organizzazioni bielorusse di tipo diverso dipendono da finanziamenti e iniziative russe, oltre alle 1300 joint venture economiche. Il 60% del debito pubblico di Minsk è sottoscritto dai Russi.

Gli eserciti delle repubbliche ex sovietiche condividono con la Russia i loro piani strategici, gli armamenti e le manovre. I rapporti con i paesi dell’Unione Europea sono invece pochi, cauti. La cautela dell’Unione Europea dipende dal timore di irritare e preoccupare i Russi, che non vogliono veder messa in dubbio la loro egemonia. La Germania esporta molto verso quei paesi, ma non vuole interferire con gli interessi strategici e politici russi. I Polacchi e i paesi baltici invece vedrebbero di buon occhio l’allargamento dell’egemonia europea e americana in Bielorussia, perché metterebbe al riparo le loro frontiere da possibili attacchi russi. 

La Polonia in particolare teme molto l’espansionismo russo e cerca collaborazione sempre più stretta con la NATO, che prossimamente moltiplicherà di dieci volte il numero di truppe presenti sul suolo polacco e vi costruirà anche una base per droni MQ-9. Il contribuito verrà soprattutto dagli Stati Uniti, mentre i paesi occidentali dell’Unione Europea procederanno con estrema cautela, quasi con riluttanza, anche in seno alla NATO.




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