La Francia di Macron vuole riprendere la guida d’Europa
per controllare la Germania

05/09/2018

Da un saggio di Jacob Shapiro per Geopolitical Futures

 

A fine agosto il presidente francese Macron ha proposto la revisione degli accordi di sicurezza fra i paesi dell’Unione Europea, perché l’Europa non può più contare che a difenderla saranno gli USA. Ha aggiunto che l’Europa deve sviluppare una strategia coerente verso la Turchia e nuovi rapporti con la Russia, adatti alla realtà del XXI secolo. Ha anche attaccato la politica nazionalista di Ungheria e Italia e, cosa ancor più significativa, ha preso una posizione più conciliante sulla Brexit, che probabilmente indurrà anche la Commissione Europea ad adottare posizioni più morbide, visto che la posizione dominante nelle trattive UE sulla Brexit è sempre stata quella della Francia, non quella della Germania.

Perché oggi la Francia è diventata il campione dell’integrazione europea?

Alla fine della Seconda guerra mondiale la Francia fu tenace oppositrice dell’integrazione europea fino al 1950. La Francia voleva smembrare la Germania e annettere le aree minerarie tedesche alla Francia in via definitiva. Voleva punire la Germania più severamente che alla fine della Prima guerra mondiale, perché non potesse più risorgere come potenza europea. I veri vincitori della guerra, Inghilterra e USA, non avevano intenzione di seguire la Francia su questa via e di regalarle le risorse per farla diventare la potenza dominante in Europa, a spese della Germania. Proposero invece la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), che metteva sotto controllo comunitario la gestione delle risorse minerarie tedesche, garantendone l’accesso alla Francia. La Francia non aveva alternative, accettò, divenne sostenitrice di una integrazione europea che le permetteva di tenere la Germania legata a sé e sotto il suo controllo. Il piano Shuman per la creazione della CECA pose sotto una unica ‘alta autorità’ burocratica la produzione di carbone e acciaio franco-tedesca, con il potere di fissare i prezzi e programmare gli investimenti in entrambi i paesi. Nel 1952 firmò l’adesione alla CECA. Invece l’Inghilterra, che aveva proposto la CECA in origine, non aderì perché i rigidi regolamenti elaborati per venir incontro alle richieste francesi le andavano troppo stretti. Eppure fino al 1950 furono gli USA e l’Inghilterra a promuovere l’integrazione europea, mentre la Francia non la voleva.

Emmanuel Macron è l’erede di questa strategia. L’Unione è sottoposta a uno stress crescente dalla crisi finanziaria del 2008 in poi: la Grecia ha corso il rischio di uscirne, l’Inghilterra esce, Ungheria e Polonia puntano i piedi. Ma il vero problema è la Germania, che è diventata il centro di gravità del progetto europeo, grazie alla sua ricchezza. Per la Francia è ora urgente rivedere il progetto di integrazione europea in modo da permettere alla Francia di avere più potere per continuare a controllare la potenza tedesca. L’Unione pensata perché Francia e Germania rimanessero reciprocamente legate è diventata un sistema di alimentazione della potenza economica tedesca.

La Germania unita (dal 1990) oggi ha un’economia del 40% più grande di quella francese ed è al centro di un fitta rete di produzioni ed esportazioni di beni e di servizi che si estendono in tutta Europa, oltre che negli altri continenti. Nell’Unione Europea oggi il potere è gestito in base al PIL, non in base alle capacità militari. La Francia ha un ruolo secondario rispetto alla Germania, ma vuole modificare le istituzioni europee al fine di ribaltare questa situazione, utilizzando i suoi punti di forza.

La Francia propone di creare un esercito comune in cui la Francia avrebbe il ruolo di guida per il semplice fatto che già ha l’esercito più forte e gli armamenti più moderni. Oggi la Francia è la maggiore potenza militare in Europa, non ha bisogno del sostegno degli USA. Propone anche un’autorità per la supervisione della politica economica di tutta l’Unione (che potrebbe porre un freno alla crescita del predominio economico della Germania) e l’adozione di un unico budget per tutta l’eurozona, vincolante per i singoli stati. Lo scopo di Macron non è tenere unita l’Europa: se l’Ungheria o altri paesi marginali non collaborano al piano francese non importa, possono anche uscire dall’Unione. Lo scopo di Macron è tenere la Germania legata alla Francia, non permetterle di sviluppare una politica difensiva ed economica nazionale davvero indipendente.

La Germania guarda con un certo sospetto a queste proposte, ovviamente. L’obiettivo principale della Germania è tenere unita l’Eurozona perché è il suo mercato primario sia di produzione sia di vendita, ma non vuole dover pagare i debiti degli altri stati, né utilizzare il suo gigantesco surplus monetario e commerciale secondo le richieste di qualche autorità sovranazionale. Per altro non osa assumere posizioni apertamente nazionalistiche né rafforzare la difesa militare: la memoria del nazismo è ancora troppo fresca, gli altri Europei si spaventerebbero e reagirebbero male.

L’uscita dell’Inghilterra dall’Unione toglie dal tavolo delle trattative europee una voce forte, che potrebbe ostacolare i progetti francesi. L’idea dell’Unione a due velocità invece si adatta bene alle aspirazioni francesi: un gruppo di 16 paesi in cui la Francia ha una posizione preminente è molto più gestibile di un gruppo di 27 paesi. L’importante è che nel gruppo ci sia la Germania.

L’economia francese è stagnante da alcuni anni, ma è forte e pare abbia iniziato la ripresa. La demografia della Francia è la migliore d’Europa: ha fatto per decenni una politica di sostegno alla maternità che oggi ne fa il paese europeo con la più alta percentuale di giovani, per lo più altamente scolarizzati. Oggi la Francia è un paese intraprendente con un mercato interno in sviluppo.

La destra nazionalista francese critica Macron, ma non perché abbia una visione strategica opposta: vorrebbe posizioni più dure e atteggiamenti ancora più decisi per cambiare l’Unione Europea e aumentare il potere europeo. L’obiettivo strategico è lo stesso di Macron: aumentare il potere della Francia in Europa e all’estero. Come voleva anche De Gaulle. La strategia francese non è mai cambiata dal 1800, anche se è stata perseguita con flessibilità pragmatica, adottando di volta in volta le tattiche possibili. Ora che gli USA hanno perso interesse nella difesa e nel controllo dell’Europa e l’Inghilterra esce dall’Unione, la Francia può avere molto più peso in Europa, perciò proverà certamente a riformare le istituzioni europee secondo i propri interessi.

Che spazio possono avere gli interessi italiani in questo processo? Come possiamo difendere al meglio gli interessi dell’Italia in Europa nei prossimi anni, che vedranno certamente una profonda trasformazione dell’Unione? 

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